In un mio precedente post dedicato alla riproposta di un’operetta di Oscar Straus ho scritto che le due più grandi rivoluzioni musicali della seconda metà dell’Ottocento sono state Wagner e l’operetta.
Siccome qualcuno mi ha chiesto di spiegarmi meglio, lo faccio ora di ritorno da Parigi dove ho visto allo Studio Marigny Le docteur Miracle di Charles Lecocq. Che il sublime wagneriano si spieghi meglio con l’antisublime operettistico (e viceversa) è l’assunto fondamentale che lega fra loro i due fenomeni come se fossero due facce della stessa medaglia.
Il caso di Friedrich Nietzsche
La chiave di lettura che propongo oggi è il caso di Friedrich Nietzsche che passa – quasi convertendosi – dal primo al secondo. Il suo rifiuto del “Meister”, come lo chiamava negli anni in cui era suo adepto, non passa solo attraverso la scoperta della Carmen come “antidoto” al morbo wagneriano (“Wagner est une névrose”), ma anche attraverso l’amore per l’operetta.
D’altronde lo spirito dell’operetta è presente (eccome!) nella Carmen di Bizet e quest’ultimo scrisse anche lui una musica sullo stesso libretto del Docteur miracle, intonato anche da Lecocq. Le due operette andarono in scena una dopo l’altra ai Bouffes Parisiens nel 1857. Naturalmente quella di Bizet è molto più famosa di quella di Lecocq che non è però meno interessante.
Wagner e l’operetta
Ecco perché il Palazzetto Bru Zane ha fatto bene a promuoverne una ripresa allo Studio Marigny. Tornando a Nietzsche, le testimonianze più avvincenti della sua passione per l’operetta sono contenute nello straordinario epistolario tradotto in Italia dalla casa editrice Adelphi. Egli loda per esempio La mascotte di Edmond Audran ma anche (sorpresa!) La Gran Vía, una zarzuela dei compositori spagnoli Federico Chueca e Joaquín Valverde, “geniale, impossibile a classificarsi”, il cui spirito satirico sta tra l’operetta e la rivista.
Non è rivelatore che il pensiero di Nietzsche abbia tratto il suo nutrimento musicale da una parte dal “Liebestod” del Tristan und Isolde e dall’altra dalla “Jota de los ratas” della Gran Vía?
Immagine di copertina Le docteur miracle