Suite lirica: Alban Berg secondo Anna Maria Morazzoni

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In queste ultime settimane, lo spettacolo che mi è piaciuto di più è stato Fedeli d’amore del Teatro delle Albe, un monodramma cupo e melodrammatico per voce e musica che racconta l’agonia di Dante. L’ho visto al Teatro Elfo Puccini di Milano due mesi fa.

Ma ho già parlato tante volte del Teatro delle Albe e della voce “operistica” di Ermanna Montanari: chi volesse approfondirne le modalità operative e poetiche può guardare questo video.

Per il resto, in queste settimane, ho soprattutto letto, guardato film e ascoltato musica registrata. Un libro che mi permette di ricordare una persona cara, oltre che una stimata collega, è la raccolta degli scritti musicali e letterari di Alban Berg, Suite lirica, a cura di Anna Maria Morazzoni, prematuramente scomparsa il 6 febbraio 2019.

Il volume era già stato pubblicato nel 1995, ma questa seconda edizione (pubblicata dal Saggiatore) conta un centinaio di pagine in più, a testimonianza dell’accurato lavoro di revisione e additamento compiuto dalla curatrice.

Le analisi di Berg della musica propria e altrui (soprattutto di Schönberg) sono giustamente famose, ma tornare a leggerle è assolutamente entusiasmante. Anche i contributi dedicati al “problema” dell’opera moderna, della messinscena del Wozzeck, delle tante tecniche e sfumature vocali (compreso lo Sprechgesang) presenti nella musica operistica contemporanea (ecc.) aprono prospettive che riservano sorprese e illuminazioni inestimabili.

Nel 1928, Berg scrive: “Che cosa chiedo ai teatri d’opera moderni? Che rappresentino le opere classiche come se fossero moderne… e viceversa”. Un programma ancora attuale, non è vero? Berg ha lasciato anche alcuni scritti di carattere letterario. Il poemetto Hanna è un dramma nello stile di Ibsen e Strindberg che testimonia della vocazione teatrale del compositore.

Ma il testo più affascinante, quantunque incompiuto e lacunoso, è senza dubbio Nacht, soprattutto per l’evidente influsso esercitato su di esso dal cinema – il nuovo medium a cui Berg attinge anche nel famoso “riavvolgimento” della musica dell’interludio filmico della sua ultima opera: Lulu.

Il volume del Saggiatore, impreziosito da una prefazione di Michele Girardi, grande amico di Anna Maria Morazzoni, conta più di 600 pagine ma, come si suol dire, si legge come un romanzo.

Immagine di copertina: Wozzeck con la regia di Luca Ronconi, Teatro alla Scala 1977, Ph. Erio Piccagliani

 

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