Alcuni dei nostri lettori avranno visto al cinema Coppelia, l’ultimo balletto della stagione in diretta dal Teatro Bol’šoj; per chi invece non lo avesse trovato nella propria città, ecco un report direttamente da Mosca. L’appuntamento era molto atteso: il balletto è tornato in scena nell’anniversario dei 200 anni della nascita di Marius Petipa e dopo un’assenza di parecchie stagioni, occasione doverosa anche per ricordare il ricostruttore Sergej Vicharev, scomparso prematuramente lo scorso anno.
I sold-out di ogni recita al Teatro Bol’šoj dimostrano l’amore mai sopito per un balletto che combina ésprit francese, stile russo e tecnica italiana. Sì, perché sulle note della partitura di Delibes che Čajkovskij tanto ammirava, si ritrova il gusto francese di Arthur Saint-Léon, ma la produzione del Bol’šoj, che sulla base delle annotazioni coreografiche dell’epoca ricostruisce la versione andata in scena al Teatro Mariinskij nel 1894, rievoca l’inconfondibile grandeur imperiale di Marius Petipa. Si riconosce anche la brillantezza tecnica italiana portata dal nostro Enrico Cecchetti, per Coppelia assistente coreografo di Petipa, nonché dell’allora interprete Pierina Legnani, la scaligera regina dei 32 fouettés.
Smagliante l’allestimento, ricreato sulla base dei bozzetti e figurini conservati negli Archivi di San Pietroburgo; brillano le danze di carattere, la czarda e la mazurka, mentre ancora suscitano il riso le sequenze mimiche, espunte in epoca sovietica e fortunatamente recuperate. Il corpo di ballo femminile, impeccabile e palpitante come dev’essere il più famoso al mondo, esibisce il suo aplomb classico nell’atto conclusivo: nel Valzer delle ore (24 ballerine) si riconoscono le linee adamantine alla Petipa, screziate di diversi toni nelle variazioni soliste dell’Aurora, della Preghiera, del Lavoro, della Follia. Ieri come oggi Coppelia vive dei suoi interpreti: per questa ripresa il direttore del ballo Makhar Vaziev ha affiancato giovani debuttanti e Primi ballerini nei ruoli principali. Nella trasmissione in diretta al cinema la protagonista Swanilda era Margarita Shrainer, ancora nei ranghi del corpo di ballo: ballerina dalla tecnica brillante, sfoggiata nelle variazioni della Ballata della spiga del primo atto con un vigore ispirato dall’insuperabile Natalia Osipova.
In un altro cast è stata un’incantevole Swanilda la Prima ballerina Evgenija Obraztsova, artista dall’attitudine romantica, delicatamente spiritosa nelle sequenze pantomimiche del secondo atto tra le bambole meccaniche e il dottor Coppelius. Equamente distribuiti tra ballerini titolari ed emergenti anche gli interpreti di Franz, lo sventato fidanzato di Coppelia: il Primo ballerino Artëm Ovčarenko, scelto per la trasmissione al cinema, si è dimostrato danseur noble di spirito, mentre in altre recite David Motta Soares, brasiliano cresciuto alla scuola del Bol’šoj ora nelle fila del corpo di ballo, rivela l’apertura al mondo della storicamente inaccessibile troupe russa.
Immagine di copertina: Coppelia Ph. E. Fetisova