Svelati i vincitori e consegnati i premi, la festa della danza è continuata a Mosca al festival internazionale del balletto “Benois de la danse” con la tradizionale seconda serata di Gala. Tra un pubblico espertissimo di balletto e aperto al contemporaneo, al Teatro Bol’šoj si sono esibiti nominati e laureati delle precedenti edizioni.
Molto amato in Russia, del coreografo John Neumeier si sono visti estratti di suoi classici: Orfeo, nell’interpretazione di Silvia Azzoni e Aleksandr Riabko, e il recente Beethoven Projects (presto al Ravenna Festival) con la coppia Edvin Revazov e Anna Laudere. Una menzione alla moscovita di carriera occidentale Marija Kočetkova, ballerina brillante dalle scelte stravaganti, che si è fatta cucire addosso l’assolo Degunino dal geniale regista Marcos Morau. E all’avvenente Primo ballerino del Bol’šoj Denis Rodkin, algido eppure intenso nell’assolo Dance of the Blessed Spirits, una rarità di Frederick Ashton.
Tra tanti noti, un nome pressoché sconosciuto al pubblico occidentale figurava in ben quattro brani del programma: Angelika Cholina, una di quelle rivelazioni che chi a teatro siede ogni sera ha raramente il piacere di vivere. Lituana di nascita, regista e coreografa ancor giovane eppure già carica di premi, ha all’attivo un considerevole numero di creazioni (soprattutto miniature coreografiche) che sinora hanno percorso sentieri paralleli al tradizionale pubblico della danza. Scorrendo le pagine della sua biografia la si scopre associata al leggendario Teatro Vachtangov di Mosca, autrice di spettacoli insieme al regista Rimas Tuminas. Ecco: la ricordiamo per le coreografie dello spettacolo Onegin, appassionante e struggente, commovente sino alle lacrime, visto lo scorso inverno al Teatro Strehler di Milano. La grande letteratura, russa in particolare, dev’essere la sua maggiore ispirazione: il gesto coreografico è così teatralmente espressivo come mai capita di vedere sulle scene della danza, inscritto in un’eleganza formale squisita ma nient’affatto di superficie, agita da straordinari attori e danzatori sfuggenti a qualsiasi categoria artistica. Sarebbero da vedere per intero Anna Karenina e Otello del Teatro Vachtangov, di cui abbiamo ammirato frammenti, così come il monologo di Lisa dalla Dama di picche. Restia, a quanto si apprende, a mostrare separatamente brani coreografici di un’opera teatrale, Angelika Cholina ha fatto un’eccezione per il Gala del “Benois”. Quanto sappia scegliere i suoi interpreti lo si è visto anche nella nuova miniatura: il Detto di Nastas’ja Filippovna e Parfën Rogožin (dall’Idiota di Dostoevskij) creato per Valerij Suanov e per la Prima ballerina del Bol’šoj Ol’ga Smirnova, incantevole creatura che nello straziante finale sentiamo urlare di pena. Un incontro, quello tra le due artiste, che apre nuovi orizzonti al balletto russo contemporaneo.
Immagine di copertina Ph. M. Logvinov