A Mosca l’Oscar del balletto: i vincitori del premio “Benois de la danse”

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Fermento a Mosca, al Teatro Bol’šoj, per la serata di Gala del premio “Benois de la danse”, l’Oscar del balletto. Sala esaurita e caccia agli ultimi biglietti per uno spettacolo che il pubblico russo, curioso delle novità internazionali, attende ogni anno con ansia. Le sorprese non sono mancate in questa XXVII edizione, sempre diretta da Jurij Grigorovič, con Nina Kudriavtseva-Loory alla direzione artistica e Regina Nikiforova alla presidenza del board. A garantire uno sguardo aperto sulle scene del mondo la giuria internazionale, quest’anno guidata dalla Prima ballerina del Bol’šoj Svetlana Zakharova, affiancata dalle ex étoiles Agnès Letestu e Vladimir Malakhov, dalla danzatrice Ana Laguna, dai direttori di compagnie Ted Brandsen, Dirk Badenhorst, Rachel Moore.

Di rito la cerimonia di assegnazione dei premi, ripresa dalla TV russa e condotta dalla popolare attrice Ksenia Rapoport, la statuetta disegnata da Igor Ustinov (discendente della famiglia Benois) tra le mani dei vincitori, suddivisi nelle categorie “coreografo”, “ballerino”, “ballerina”, “compositore”, “designer”, già assegnato il premio alla carriera al maestro della coreografia Jirí Kylián, purtroppo assente. Poi finalmente si sono aperte le danze, per uno spettacolo come in epoca imperiale della durata di quattro ore, officiato nell’intervallo da un pubblico elegante e mondano: fotografatissima in platea Svetlana Zakharova con un abito couture della stilista russa Julija Janina.

Tra i vincitori meritato è apparso il premio al coreografo tedesco Christian Spuck, cresciuto nel vivaio di Stoccarda, artista felicemente versatile. Per Winterreise, la coreografia premiata creata per il Ballett Zürich, ha scelto una scrittura post-classica dall’umore post-romantico, valorizzata dagli interpreti del trio estratto e dalla malia dell’allestimento. Molto applaudito tra i coreografi nominati anche Manuel Legris, che da direttore del Wiener Staatsballett ha firmato un paio di classici. A giudicare dagli estratti di Sylvia, che la prossima stagione vedremo riallestito per il Corpo di ballo del Teatro alla Scala, il segno coreografico di Legris è limpido com’era la sua danza da étoile dell’Opéra di Parigi. E ben lo valorizzano i suoi Primi ballerini: Nikisha Fogo dall’esuberante temperamento e Denis Čerevičko dallo stile raffinato.

Vincitore nella categoria “danzatore” l’assente Vadim Muntagirov, Principal del Royal Ballet, molto presente sulle scene europee e italiane, apprezzato per la tecnica impeccabile e lo stile elegante. Molti quest’anno i fuoriclasse della categoria: oltre all’altro assente Daniil Simkin, da menzionare è il Principal del Dutch National ballet Daniel Camargo, brasiliano di nascita, formatosi alla tedesca Cranko Schule con un celebre maestro russo, molto applaudito nel pas de deux da Don Chisciotte insieme a Elisa Bedenes. Già ospite del “Bolle and Friends” e atteso in Italia in vari Gala, bello e affascinante, sentiremo molto parlare di lui. Ovazioni dal pubblico, non per campanilismo ma per la rara potenza tecnica e il penchant contemporaneo, al Primo ballerino del Bol’šoj Vjačeslav Lopatin, eccellente in un assolo dal balletto Nureyev.

Inaspettata la vittoria ex aequo, nella categoria “ballerina”, della messicana Elisa Carrillo Cabrera e dell’americana Ashley Bouder, Principals rispettivamente allo Staatsballett Berlin e al New York City Ballet. Elisa Carrillo Cabrera è ballerina di ottima tecnica e vigore contemporaneo, come ha dimostrato nel passo a due da Romeo e Giulietta di Nacho Duato, accanto a Ivan Zajtsev. Rappresenta la nuova generazione di ballerine balanchiniane, più brillanti come piace oggi che femminili come Mr. B voleva, Ashley Bouder, infallibile nell’impervio pas de deux da Coppelia di George Balanchine, accanto al non all’altezza Seth Orza. Tra le nominate non premiate gli applausi più calorosi (e ritmati secondo l’uso del Bol’šoj) sono risuonati per l’étoile dell’Opéra di Parigi Amandine Albisson, linee e sussulti toccanti nel “black pas de deux” dalla Dama della camelie, sospinto da Edvin Revazor, Armand prediletto di John Neumeier.

Da menzionare una nominata dalle qualità uniche, la cinese Yuan Yuan Tan, Principal del San Francisco Ballet, bellissima e sinuosa nel pas de deux Take a Deep Breath. Composto da Christopher Wheeldon per lei e per il partner Carlo di Lanno, ex scaligero oggi Principal a San Francisco, uno degli émigrés che rimpiangiamo. Unico italiano presente al Gala, ballerino squisito e artista sensibile, lascia sperare che alla prossima edizione del premio “Benois de la danse” ci sarà anche un nostro connazionale tra i nominati.

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