Danza con me: Roberto Bolle su Rai1 il 1° gennaio

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«Mai avrei pensato di percorrere questa strada, di autore, direttore artistico e interprete del mio programma televisivo: praticamente faccio tutto io!». Scherza con una della sue belle risate Roberto Bolle, presentando “Danza come me”, la nuova trasmissione che il 1° gennaio apre l’anno in prima serata su Rai1.

Del suo progetto di portare la bellezza, l’armonia, la forza della danza al grande pubblico ormai sappiamo, che dopo le piazze lo persegua attraverso il mezzo televisivo, con la partecipazione di star del piccolo schermo come Marco D’Amore, Pif, Virginia Raffaele, Miriam Leone, Geppi Cucciari è una novità.

Per chi aspetta la danza e le sue stelle gli highlights non mancano: con la romantica Léonore Baulac, étoile dell’Opéra di Parigi, Bolle danza il pas de deux dallo Schiaccianoci di Nureyev; con la bella Polina Semionova, Prima ballerina dello Staatsballett Berlin, due coreografie hot: Carmen di Petit e sotto un’acqua scrosciante Passage; con la seducente Melissa Hamilton, First Soloist del Royal Ballet, il plastico duetto da Caravaggio di Bigonzetti. La Scala presta i Primi ballerini Nicoletta Manni e Claudio Coviello, insieme a emergenti tra i quali Timofej Andrijashenko, Nicola Del Freo, Gioacchino Starace, Marco Agostino, Vittoria Valerio. L’Accademia di Ballo del Teatro alla Scala, dove Bolle di diplomò, schiera un gruppo di giovani allieve. «In loro rivedo la mia passione di bambino» ricorda la nostra étoile «credono in un sogno e lo vivono: un esempio da dare perché non per tutti i giovani è così».

Una certa vocazione all’ecumenismo anima le ultime avventure artistiche dell’”étoile dei due mondi”. Dopo aver fatto conoscere in Italia la storia di Misty Copeland, prima Principal dancer afroamericana, l’ultima sua scoperta è il danzatore siriano Ahmad Joudah, osteggiato dal padre e minacciato dall’Isis per la sua passione per la danza. Roberto e Ahmad duettano mentre Sting canta Inshallah, canzone dedicata ai profughi. «Ho conosciuto Ahmad lo scorso anno al Dutch National Ballet, che lo aveva accolto fuggito dalla guerra. Tutti mi dicevano che dovevo assolutamente incontrarlo, la curiosità cresceva, finché Ahmad si è presentato, piangendo: non poteva aspettare un giorno di più a conoscermi. Il perché l’ho capito dal suo racconto: ero sempre stato il suo modello e sotto le bombe si faceva forza guardandomi danzare in video sul suo smartphone. Il nostro duetto sarà il momento più coinvolgente della serata».

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