Al Teatro Mariinskij il principe del balletto è inglese: Xander Parish

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Al Teatro Mariinskij il principe del balletto è inglese. Xander Parish, oggi Primo ballerino, era l’unico straniero quando, sei anni fa, entrò nella leggendaria troupe di San Pietroburgo.

In poche stagioni le cose sono cambiate: il balletto si sta globalizzando anche in Russia e sono ormai molti gli stranieri nelle file delle maggiori compagnie. Ma se in tanti vanno e vengono, patendo non poco la rigida vita russa, il bell’inglese si è perfettamente ambientato: «Non ci penso nemmeno a tornare in Inghilterra, se non da guest o in tournée, e non ho alcun rimpianto. Cosa potrei desiderare di più? San Pietroburgo è la città del balletto e il Teatro Mariinskij è ormai la mia casa. Un anno fa ho avuto il grande onore di essere nominato Primo ballerino: una responsabilità che voglio meritarmi pienamente e mi sprona a lavorare ancor di più».

Sulla vulgata che sia più difficile per uno straniero assurgere alla massima carica, lui, carattere amabile, minimizza: «Forse, ma anche eccellenti ballerini russi aspettano da tempo. È vero che al mio arrivo erano in molti a guardarmi con dispetto, persino a trattarmi male, ma si trattava della vecchia generazione che ormai se n’è andata. Oggi i giovani ballerini russi non hanno pregiudizi e si comportano amichevolmente con noi stranieri».

Per il danseur noble strappato al Royal Ballet di Londra non c’è stato neppure lo scoglio stilistico: «Adattarmi al famoso stile Mariinskij è venuto naturale» spiega. «Non mi sono mai sentito troppo a mio agio con le accelerazioni alla Ashton, mentre sento calzarmi come un guanto la tecnica Vaganova, forse per le linee lunghe del mio corpo». Anche il repertorio è stata un’acquisizione naturale, e dopo i classici Giselle, Il Lago dei cigni, La Bella addormentata, Parish racconta di voler adesso ampliare i suoi ruoli: «Mi preparo ai balletti più brillanti dell’Ottocento quali Don Chisciotte e Il Corsaro, e a quelli virili della tradizione sovietica come La Leggenda dell’amore. Ci sto lavorando, insieme al mio maestro Igor Petrov, che in tutti questi anni mi ha sostenuto come un padre».

Intanto il ballerino inglese si gode l’amata San Pietroburgo: parla fluentemente russo, ha ormai in mano la “green card” e ci mostra felice le foto della sua nuova abitazione. E in questo bicentenario della nascita di Marius Petipa, celebrato in Russia in grande stile, Xander Parish si professa suo incondizionato fan: «Sono straniero come lui e come lui ho trovato in Russia la mia seconda patria».

Immagine di copertina Ph. Sergei Proskuryakov

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