Nell’anno delle celebrazioni per gli 80 anni dalla nascita e i 25 dalla scomparsa di Rudolf Nureyev, anche Daniele Cipriani rende omaggio al ballerino e coreografo che – dice: “resta d’ispirazione per la mia attività, un modello per cercare sempre quell’eccellenza da proporre al pubblico”. Custode della memoria dei protagonisti del balletto, l’impresario romano aveva già dedicato a Nureyev due spettacoli, sull’Isola di Li Galli che al ballerino appartenne e al Parco della Musica di Roma.
Sabato 28 luglio ad accogliere il Gala internazionale di danza “Tributo a Rudolf Nureyev” è il Teatro Romano di Spoleto: una scelta carica di memorie, perché nella città d’arte umbra l’artista si esibì due volte: nel 1964 insieme all’amata Margot Fonteyn in Raymonda e nel 1984 accanto alla sua scoperta Sylvie Guillem in Apollo.
Oggi a rendergli omaggio sono alcuni dei ballerini più brillanti della nuova generazione e benché molti di loro siano così giovani che neppure erano nati quando egli morì, stupisce la venerazione che tutti nutrono per lui. Nonostante la damnatio memoriae dell’Unione Sovietica da cui Nureyev fuggì, lo hanno preso a modello anche i ballerini russi, tra i protagonisti di questo gala.
Xander Parish, Primo ballerino di spicco del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, da inglese d’origine qual è ha scelto di danzare due brani della carriera occidentale di Nureyev. In Apollo di Balanchine, che fu ruolo iconico del ballerino russo, Parish è affiancato da tre muse teen-agers: Maria Khoreva, Daria Ionova, Anastasia Nuikina, diplomate lo scorso maggio all’Accademia Vaganova di San Pietroburgo. Così dotate che al Mariinskij hanno già debuttato nel balletto di Balanchine, che arriva a Spoleto a solo una settimana dalla prima. Un bel colpo da talent-scout per Cipriani, abituato a portarci in Italia, prima di tutti, talenti in erba poi sbocciati. Maria Khoreva in particolare è indicata come la nuova stella del balletto russo, tanto da affrontare, neppure ventenne, un balletto da maturità artistica: insieme a Xander Parish interpreta un pas de deux tratto da Marguerite and Armand, creato da Frederick Ashton per Margot Fonteyn e Rudolf Nureyev.
Di formazione russa sono pure Tatiana Melnik, Prima ballerina del Balletto Ungherese, e Baktyiar Adamzhan, Primo ballerino del Teatro dell’Opera di Astana: due “techniciens”, che evocano il côté brillante di Nureyev con il Pas de deux da Don Chisciotte, tra i balletti coreograficamente rivisitati dal tartaro volante. Il ballerino kazako affronta un altro titolo emblematico del repertorio di Nureyev, Le Jeune homme et la Mort di Roland Petit, rimontato da Luigi Bonino. Speciale nel ruolo della Morte in giallo è la partecipazione di Nicoletta Manni, la Prima ballerina del Teatro alla Scala in grande ascesa. Dal Piermarini arrivano altri due giovani fuoriclasse: la brillante Martina Arduino, fresca Prima ballerina, e il virtuoso Mattia Semperboni, rivelatosi recentemente nel ruolo dello Schiavo nel balletto Le Corsaire. Proprio nel pas de deux del classico esotico che fu per Nureyev prediletto pezzo di bravura in URSS e in Occidente, i due scaligeri debuttano a Spoleto. Li ritroviamo lirici nel pas de deux dall’atto bianco del Lago dei cigni, che per il ballerino russo fu occasione di introspezione psicanalitica nella propria versione. Oleg Rogachev e Marc-Emmanuel Zanoli, dall’Opéra National de Bordeaux, fanno rivivere uno dei balletti emotivamente più cari a Nureyev: quel Chant du compagnon errant che Maurice Béjart creò per lui e per Paolo Bortoluzzi.
Che il tributo a Rudolf Nureyev si renda dunque, nel ricordo di un artista che con genio e personalità cambiò l’immagine del ballerino e la fisionomia del pubblico della danza.