Anche le stelle del balletto omaggiano il Teatro Amintore Galli di Rimini, finalmente risvegliato dopo un sonno di settantacinque anni. Nella sala di maestosa bellezza inaugurata alla danza da Roberto Bolle, si è esibita l’altra étoile amatissima dal pubblico italiano: Svetlana Zakharova.
Per il cartellone della Sagra Musicale Malatestiana la ballerina russa ha scelto un programma di Gala da tempo nel suo repertorio, Pas de deux for toes and fingers, che porta in tournée per il mondo in coppia con il marito, il violinista russo Vadim Repin. Collaudato nella formula, è un dialogo tra danza e musica, che si incontrano su composizioni o trascrizioni per violino. L’étoile del Bol’šoj e della Scala si mostra bellissima e disincarnata nelle sue coreografie d’elezione, su tutte La morte del cigno, miniatura di Fokin riservata alle grandi ballerine russe, struggente per lirismo la partitura di Saint-Saëns nell’interpretazione di Repin.
Le due date di Rimini hanno offerto anche un paio di novità. In coppia con il Primo ballerino del Bol’šoj Michail Lobuchin, Svetlana Zakharova ha danzato l’Adagio dal balletto Raymonda, su musiche di Glazunov, non nella nota versione coreografica di Grigorovič da Petipa, ma in una rilettura neoclassica firmata Asami Maki. Una prima assoluta per i protagonisti è stato il passo a due dal balletto Caravaggio di Mauro Bigonzetti, su musica di Bruno Moretti. Prediletto da Bolle per i suoi Gala, al Teatro Galli ha visto il debutto di Svetlana Zakharova e Jacopo Tissi, il ballerino italiano Primo Solista al Bol’šoj. Alla bella coreografia la nuova coppia ha dato un tono nuovo, più elegantemente stilizzato che seducente. La new entry di Tissi fa imaginare che vedremo ancora, nei Gala di Svetlana Zakharova spesso in Italia, il nostro brillante émigré.
“Stonato” musicalmente resta invece l’assolo Revelation, sulla colonna sonora strappalacrime del film Schindler’s List: l’unico brano del Gala su nastro registrato. È stato creato su di lei e l’étoile deve amarlo molto se lo presenta sempre in questo programma, ma benché esalti al massimo le sue eccezionali doti di flessibilità e plasticismo, la coreografia di Motoko Hirayama non può dirsi di gran valore. Ascoltata la struggente interpretazione di Repin della Meditation da Thaïs di Massenet, suggeriamo invece all’étoile di mettere in repertorio il pas de deux di Roland Petit su quella musica: un capolavoro in cui sarebbe insuperabile.
Raffinati eppure entusiasmanti gli “intermezzi” musicali: le Variazioni sul Carnevale di Venezia di Paganini, il Concerto per violino e orchestra d’archi N. 1 di Mendelssohn, Tzigane di Ravel, con la partecipazione dell’Orchestra Giovanile Cherubini sul palcoscenico insieme a Repin e ai danzatori.
Consueto finale con La Ronde des lutines, sullo Scherzo fantastico di Antonio Bazzini, coreografia del ballerino danese Johan Kobborg. Virtuosismi leggiadri per il trio: Svetlana Zakharova in abiti maschili, Michail Lobuchin e Denis Zakharov, cui si aggiunge nel divertissement finale anche Jacopo Tissi. Con una sorpresa che non sveliamo, ma che rivela l’amore per il pubblico italiano della piccola troupe e il talento istrionico del suo violinista d’eccezione.
Immagine di copertina © Foto Morosetti- Rimini