Un’opera sonora in movimento, che affonda le radici nelle tradizioni della Basilicata: URLA di Yuval Avital, con la curatela artistica di Nicola Scaldaferri, è il principale evento dell’Open Sound Festival di Matera, che si svolge dal 28 agosto al 1 settembre.
“URLA è un‘opera multimediale, pensata per Matera, ma è soprattutto un’opera sonora”, spiega il musicista e compositore israeliano. “Ogni gruppo di artisti costituisce infatti una sorta di microcosmo sonoro a sé”.
La Basilicata: fucina creativa per URLA
Oggi, URLA sembra rappresentare anche la naturale confluenza del percorso creativo di Avital, rivelando aspetti come implicazioni culturali e identitarie delle arti, interesse per la crowd music, reinvenzione di strumenti tradizionali, importanza della voce umana e dell’utilizzo di tecnologie. Inoltre, emerge netta la conoscenza delle realtà musicali della Basilicata, dove l’artista ha condotto approfondite ricerche sul campo.
“In Basilicata mi sono trovato di fronte a delle comunità con un senso identitario assai forte, portatrici di importanti tradizioni e capaci di creazioni originali”, racconta Avital. “Posso definirle delle vere comunità di artisti, in cui ogni azione tradizionale costituisce un autentico rito d’arte. È una cosa questa che mi ha colpito molto e con cui mi sono dovuto confrontare”.
Questo confronto consente di identificare veri “monumenti sonori”, tra i quali zampogne, squadre di campanacci, cupa cupa e polifonia arbëreshe.

Le performance di URLA e il ruolo di Matera
I Sassi di Matera non sono mera scenografia, diventano bensì un parametro compositivo: lo spettatore sceglie dove fruire la performance e se interagire. L’evento sonoro, per sua natura unico, diventa mutevole.
“Fin dalle prime esperienze sonore autentiche che ho avuto in Basilicata, ho incontrato sempre suoni in movimento: processioni, zampogne e cortei di maschere sonore per strada”, spiega il compositore. “Nessuna idea di palco o di concerto. Il movimento era dunque la formula per me più coerente per URLA”.
Sono protagonisti del magma sonoro quattro cortei, tra i quali maschere del carnevale di Tricarico, squadre di tamburelli, zampogne a chiave, voci femminili di canto polifonico arbëresh e i disturbatori, a interferire, come la maschera dell’urs (l’orso) vestito di pelli o il Cucibocca di Montescaglioso.
Così, il contesto di provenienza di ciascun elemento è autentico, ma il ruolo è reinventato e l’interazione imprescindibile.
Appuntamento ai Sassi di Matera (partenza da Piazza Vittorio Veneto) il 1° settembre 2019 alle 18:00. Per informazioni: opensoundfestival.eu
Immagine di copertina Ph. Marco Cignitti