«Ravenna, antica capitale di imperi e città dantesca, ricca di ben otto monumenti Unesco, non dimentica del proprio ardore e del proprio passato è la prima a ritornare alla musica… E questi ragazzi italiani, questi giovani musicisti di valore, meritano attenzione e tutela da chi è alla guida del Paese. Stasera non abbiamo suonato solo per il pubblico, lo abbiamo fatto per noi, per il bisogno incontrarci di nuovo e fare musica insieme seppure in condizioni logistiche che mai avremmo immaginato possibili».
Così ieri Riccardo Muti, a tarda sera, ha commentato “a caldo” il concerto inaugurale del Ravenna Festival 2020 in cui, alla guida dei suoi ragazzi dell’Orchestra Cherubini e del soprano Rosa Feola (brava, commossa e commovente), ha diretto la breve e trasognata Rêverie di Skrjabin, preludio a un salvifico programma tutto mozartiano (e quindi “mutiano”), impaginato con il mottetto Exsultate, jubilate, l’Et incarnatus est dalla Messa in do minore e la celeberrima Sinfonia “Jupiter”. Il Canto degli Italiani, l’inno nazionale di Mameli e Novaro, ha senza retorica alcuna, ma con sobrietà tutta concentrata sulla musica, aperto la serata davanti alle istituzioni, la presidente Casellati, il ministro Franceschini, il governatore Bonaccini e il direttore generale dell’Unesco Audrey Azoulay.
Non si tratta certo di una gara a chi arriva primo nella ripresa dello spettacolo dal vivo, ma questo concerto e questa ripartenza che solo poche settimane fa sembravano impossibili, sono indubitabilmente un segno di coraggio e di “sangue romagnolo”. Serata simbolica, dunque, e pervasa da un sentimento generale che sembrava rispecchiare a pieno il clima emotivo del Paese.
Tra la felicità e l’incredulità di ritrovarsi insieme nella musica e un senso di malinconia e di straniamento nel sedersi sotto le stelle alla Rocca Brancaleone – resa più suggestiva da scenografici giochi di luce – muniti di gel, mascherine e vincolati al distanziamento sociale sia sul palco sia in platea.
Certo, per molti e anche per noi è stata la “prima volta” della musica dal vivo, dopo molto (troppo) tempo. Era importante farlo ed era importante esserci. E vi vogliamo portare con noi alla Rocca Brancaleone nella notte del solstizio d’estate e della Festa della Musica attraverso le foto di questa gallery grazie alle immagini di una grande fotografa che Ravenna – la sua città – e il suo Festival sa raccontarla come nessun altro: Silvia Lelli.
Paola Molfino
Direttore responsabile Amadeus
photo © Silvia Lelli