Difficile immaginare un Natale senza Lo Schiaccianoci. I nostri teatri ancora chiusi ci privano del tradizionale balletto natalizio, diletto di bambini e sognatori. Consoliamoci dell’assenza con le immagini di questa Gallery: un excursus tra le produzioni più belle e famose del balletto, che dal debutto nel 1892 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo è stato oggetto di infinite versioni. L’edizione cancellata in repertorio al Berlin Staatsballett è una preziosa ricostruzione dell’originale di Marius Petipa e Lev Ivanov, composto parallelamente alla partitura di Čajkovskij. Se il Bayerisches Staatsballett aveva già in programma l’incantevole rilettura di John Neumeier, intessuta di citazioni dai balletti di Petipa, il Teatro alla Scala, che nelle ultime stagioni aveva proposto le versioni di Nacho Duato e George Balanchine, avrebbe rispolverato il sontuoso Schiaccianoci di Rudolf Nureyev. In Russia, dove i teatri restano coraggiosamente aperti, il Balletto Mariinskij ha il suo classico nella fiabesca produzione sovietica di Vasilij Vajnonen, rappresentata ogni Natale (ma non quest’anno) anche dagli allievi dell’Accademia Vaganova di San Pietroburgo. Mentre il gioiello del Teatro Bol’šoj di Mosca resta lo spirituale Schiaccianoci di zar Jurij Grigorovič tradizionalmente programmato due volte al giorno per tutte le feste. Né dalla Russia arriveranno in tournée le compagnie di pattinaggio che allestiscono su ghiaccio, con tanto di virtuosismi, il balletto di Čajkovskij. Negli Stati Uniti, dove pure non ci sono notizie sulla ripresa delle stagioni, sarà triste rinunciare al classico di George Balanchine, amatissimo con i suoi innumerevoli bambini in scena, né si potrà trasgredire con irriverenti riletture contemporanee quali l’Hard Nut di Mark Morris.
Valentina Bonelli