Ho già parlato del modo partecipativo (in relazione a quelli narrativo e rappresentativo) a proposito dello Stiffelio di Vick e dell’Inferno del Teatro delle Albe. Oggi vorrei piuttosto affrontare la questione del “modo immersivo” ma nel contesto di un nuovo format teatrale che si sta diffondendo a livello globale: il “promenade theatre”.
L’occasione me la offre la performance cui ho assistito ieri, 10 maggio 2018, nei tre piani + sotterraneo dello storico (e fatiscente) collegio Calchi Taeggi di Milano: Roseline, ideata da Paolo Sacerdoti. Quest’ultimo ha preso come modello uno dei più famosi esempi di questo tipo di performance, Sleep no more che è in scena nel quartiere newyorkese di Chelsea dal 2011. Così come in questo ci si ispira al Macbeth, in Roseline si fa riferimento all’Amleto (Roseline è un anagramma di Elsinore).
Così come a New York il pubblico che viene fatto entrare nell’inquietante McKittrick Hotel deve portare una maschera, a Milano tutti i partecipanti che entrano nel collegio délabré devono indossare una mantellina col cappuccio. Ma c’è una grande differenza: nello show di New York le musiche e il sound design svolgono una funzione assolutamente fondamentale, mentre nello spettacolo italiano non c’è che qualche modesto/minimo sound effect ripetuto in loop senza alcuna espansione né drammaturgica né emotiva. Ciò rende l’effetto immersivo assai più povero e l’atmosfera alla lunga abbastanza noiosa. Peccato perché dal punto di vista visivo e anche recitativo si tratta di una performance d’altissimo livello, con molte stanze-set davvero indimenticabili.
Ma il “modo immersivo” non può fare a meno del suono se non usando il silenzio come effetto musicale. Come “silenzio extradiegetico”. E le nuove tecnologie hanno così contribuito al potenziamento della musica “acusmatica” e così arricchito la nozione di “soundscape” che uno si aspetterebbe di essere risucchiato in una dimensione il cui “mistero” sia prodotto anche dalla musica. Sarà per la prossima volta perché il “promenade theatre”, nei cui spazi fantasmatici il pubblico si aggira senza un telos predeterminato, ha delle enormi possibilità di sviluppo anche in senso “operistico”.
Info: roseline.com