Abbiamo incontrato Manu Lalli, Direttore artistico della Compagnia Venti Lucenti, da tanti anni un punto di riferimento nel nostro Paese per la divulgazione e la didattica musicale. Le abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa di più su questo straordinario progetto.
Cos’è Venti Lucenti?
Venti Lucenti è una Compagnia teatrale fondata nel 1993. Fin dalla sua nascita si è occupata di Teatro, educazione/formazione e promozione socio-culturale. Il filo rosso che ha legato le diverse attività è da individuarsi nell’attenzione rivolta alla promozione di una cultura di pace e di tolleranza, basata sul riconoscimento delle diversità, ma anche delle grandi potenzialità di espressione e di comunicazione di tutti. Il teatro, le opere, le performance di Venti Lucenti sono un luogo di incontro, dove è possibile costruire esperienze nelle quali tutti sono importanti e sentono riconosciute le proprie capacità. I progetti della Compagnia vedono la partecipazione annuale di migliaia di persone (spesso in scena contemporaneamente). Ma il numero elevato non è un limite, anzi è una risorsa, perché trasmette agli “artisti” il senso di un lavoro epico, sempre teso alla rappresentazione simbolica dei grandi archetipi dell’immaginario collettivo. Un percorso di ricerca intenso, le cui basi sono la musica, radice e origine principale dell’emotività di qualsiasi rappresentazione (che orienta come una bussola i percorsi delle varie produzioni), il riconoscimento delle potenzialità del teatro come strumento di crescita e di sviluppo per coloro che vengono coinvolti in prima persona in una messa in scena e il costante obbiettivo che fare “cose belle” insieme restituisca alla comunità che le produce e le partecipa un sentimento positivo.
Cosa vuol dire oggi occuparsi di divulgazione musicale?
Sono sempre stata convinta che per la musica, come per altre esperienze artistiche, ma anche artigianali, il “fare” fosse più importante che il sentir raccontare… Che per imparare la musica, l’opera, il teatro, si dovesse viverli in prima persona! Sentirne la fatica, l’emozione, l’odore. Da bambina ho avuto la fortuna, a scuola, di vivere l’esperienza del teatro con professionisti che venivano in classe. La scuola è il luogo principale dell’educazione e della divulgazione, è il luogo della cultura. E sarebbe quello, a mio modo di vedere, il posto giusto dove gettare le basi delle passioni per la costruzione della propria vita adulta.
In Italia negli ultimi anni, nonostante le criticità ancora purtroppo evidenti, sul rendere programmatica (in tutte le fasce d’età e non solo nelle scuole) la didattica della musica, ho notato “risvegli”, attenzione, ascolto, da parte di tante persone. Molti comuni, teatri, città, accademie, associazioni, fondazioni lirico sinfoniche, musicisti, cantanti, lavorano con passione sul tema della divulgazione producendo esperienze diverse, alcune delle quali di livello elevatissimo anche se in maniera ancora troppo isolata e alle volte poco valorizzata.
I ragazzi, ma anche gli adulti, hanno bisogno di percorsi formativi di alto livello che chiedono loro anche impegno e fatica. Perché la “fatica dell’arte” fa parte delle regole del gioco e per la mia esperienza si è disposti a prendere la fatica se il risultato è una reale acquisizione di valore. Per fare divulgazione ci vuole tempo. Cura. Pazienza.
Educare alla capacità critica, al rispetto del lavoro artistico, all’ascolto consapevole di una sinfonia, o alla visione di un opera, è un lavoro che va pianificato di concerto da tutti gli agenti in campo e in questo senso la promozione dovrebbe essere il vettore principale. Spendere, non solo denaro, ma anche tempo, nella strutturazione di una promozione funzionale alla divulgazione è sempre un buon affare.
Sei impegnata al Maggio Musicale dove ogni anno realizzi un allestimento per ragazzi, riprendendo il titolo che apre la Stagione, con 900 bambini in palcoscenico…
Sì esatto. Da circa 15 anni gli spettacoli di Venti Lucenti vengono pianificati nel calendario della Fondazione Maggio Musicale Fiorentino in coincidenza con l’opera di repertorio che debutta nel Festival. Il progetto “All’Opera… Le scuole al Maggio” ideato nel 2006 da Venti Lucenti (in collaborazione oltre che con la Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino anche con l’Assessorato all’Educazione del Comune di Firenze e al sostegno della Fondazione CR di Firenze) è un progetto di divulgazione dell’opera lirica e di formazione del pubblico, fra i più grandi e originali del panorama internazionale, di cui curo la direzione artistica, la scrittura scenica e la regia.
Prevede la messa in scena di una riduzione di un’opera lirica che coinvolge, in veste di attori e di coro di voci bianche, i bambini e i ragazzi delle scuole primarie e secondarie del Comune di Firenze, selezionati tramite “Le Chiavi della Città“ e formati a scuola dagli operatori teatrali della Compagnia. La rappresentazione dell’opera coinvolge anche cantanti solisti dell’Accademia del Teatro e la prestigiosa Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.
L’originalità del progetto sta nella metodologia utilizzata: il metodo di Venti Lucenti aspira infatti alla possibilità di utilizzare le Opere come “contenitori di percorsi formativi”. Il soggetto, la musica, l’epoca della composizione, la biografia dell’autore, rendono l’opera fruibile proprio perché declinata su temi che interessano i ragazzi, i docenti, nel loro vivere presente. L’opera va da sé, proprio come le fiabe, porta al suo interno, significati alle volte palesi, altre nascosti che, se elaborati e sviluppati, possono dare risultati importanti nell’ambito della didattica curricolare. I bambini diventano inoltre all’interno delle loro famiglie i “nuovi formatori” in ambito operistico, contribuendo all’allargamento delle conoscenze musicali della propria comunità. L’attività divulgativa della Compagnia nell’operare i propri progetti resta però quella del corpo ‘fisico’ del ragazzo, stimolato a danzare, a interpretare a raccontare con la sua voce e la sua espressività una storia a qualcuno, a collaborare in scena con altri, adulti, ragazzi, artisti grandi e piccoli, a vivere il palcoscenico come luogo di creazione e di gestione della propria vanità, nel quale imparare a controllare le emozioni, il riso, la paura. I formatori ‘vivono’ in prima persona con i bambini questo percorso facendosi maieuti e colleghi lungo un percorso fatto con loro e non solo per loro.
Parallelamente il metodo, (con un lavoro a scuola che dura circa 4 mesi fatto da formatori vocali, che insegnano i brani di coro in lingua originale, musicisti, formatori di arte scenica, danzatori, attori) prevede che i ragazzi prendano parte attivamente a un progetto di grande impatto emotivo come quello della messa in scena di un’opera lirica, ma mira anche all’acquisizione di competenze espressive, disciplinari, di attenzione e di integrazione sia sociale che culturale, avvicinando i ragazzi, in maniera originale, al grande patrimonio musicale internazionale.
Il progetto negli anni si è ampliato ed è cresciuto, fino ad arrivare a coinvolgere ogni anno 900 bambini in palcoscenico e 4.500 in platea, contribuendo ad incrementare in maniera considerevole il gradimento del teatro lirico presso le giovani generazioni e i cittadini della città di Firenze e della Toscana.
Dal 2006 sono state messe in scena moltissime riduzioni che hanno permesso al progetto di avvicinare al Teatro d’Opera oltre 144.000 spettatori, un totale di 97.000 ragazzi coinvolti di cui 30.000 direttamente nella preparazione degli spettacoli e 10.200 in palcoscenico, con 457 alzate di sipario: L’oro del Reno, Carmen, Il crepuscolo degli Dei, Il ratto dal serraglio, Aida, Il cavaliere della Rosa, Don Carlo, Tristano e Isotta, Fidelio, L’Italiana in Algeri, Il flauto magico, Il barbiere di Siviglia, L’Olandese volante; a questi si aggiungono gli spettacoli realizzati come sintesi finale del campo estivo “All’Opera … In campo!”: La Cenerentola, Carmen, Macbeth, Al canto al ballo, Falstaff, L’elisir d’amore, Turandot, Don Pasquale. E gli spettacoli di prosa e Musica sulle biografie di grandi compositori The W.A.M. game, The Rossini game, La stagione dei fiori, The Van Beethoven game ( che in ambito di divulgazione metropolitana ha avuto quasi 400 rappresentazioni, portando l’opera lirica, nelle palestre, nelle piazze, nei circoli, negli ospedali, nei comuni)
La musica è fondamentale per sviluppare la partecipazione e l’integrazione tra i ragazzi …
La musica è il leitmotiv che accompagna l’esperienza artistica e umana dei progetti, veicola emozioni, significati, temi e accompagna tutta l’attività dal primo giorno di prova al debutto. E forse banale ripeterlo, ma nessun linguaggio riesce ad essere così tanto comprensibile e universale come quello musicale. “Pallini e stanghette” come lo chiamano i bambini è difficile in principio, ma, una volta superato il primissimo impatto (a volte solo pochi minuti), quel foglio pieno di “pallini e stanghette” diventa strumento assoluto di relazione, di integrazione, di conoscenza reciproca. Nessuna differenza di ceto, età, cultura, ragazzi con disagio o con difficoltà linguistiche si avvicinano esattamente nella stessa maniera, di chi conosce la lingua nella quale è scritta la partitura.
Anzi proprio su certi caratteri più ritrosi o con difficoltà alle volte fisiche o psichiche, il messaggio arriva con maggiore potenza. Entrare in un aula scolastica o in un palestra fredda alle 8 del mattino e proporre di cantare Wagner o Bizet, o Verdi o Mozart ad un gruppo di bambini di varie provenienze culturali, è un privilegio assolutamente straordinario per un musicista, o un formatore di arte scenica, un lavoro complicatissimo, delicato e difficile, che costringe questi artisti, ad uno sforzo di competenza a mio modo di vedere, molto stimolante. E quando, dopo alcune volte, si vedono ragazzi di tutti i tipi, età, estrazione sociale e provenienza, cantare assieme senza “nessuna differenza” si comprende quanto la potenza trasformatrice della musica abbia un potere che alle volte si tende a minimizzare. I ragazzi coinvolti in alcuni dei più significativi progetti di Venti Lucenti non sono spesso perfetti cantanti di coro di voci bianche, attori , o musicisti, sono ragazzi comuni che vengono investiti dal messaggio musicale senza averne in alcuni casi mai sentito parlare prima di allora. E vi si avvicinano spesso senza nessun tipo di pregiudizio, né preconcetto, né musicale né sociale. Anzi spesso la collaborazione fra ‘diversi’ è proprio fonte di crescita collettiva.
L’altra ragione del grande impatto sull’integrazione sociale dei progetti musicali di Venti Lucenti è la stretta collaborazione con i docenti. I docenti, incontrati in ogni parte d’Italia, sono il pilastro portante dell’attività di divulgazione; spesso, per non dire sempre, volenterosi, appassionati e disponibili collaborano alle attività con un entusiasmo affatto scontato, si prestano allo stare in scena, si mettono in gioco e sostengono assieme ai professionisti tutto il lavoro di divulgazione facendosi tramite con le famiglie più disparate dei concetti e dei valori progettuali. Senza un lavoro così capillare di ‘messaggeri’, una parte del lavoro di integrazione non sarebbe possibile.
Della Compagnia Venti Lucenti fanno parte :
Direttore artistico Manu Lalli
Coordinamento generale e produzione Chiara Casalbuoni
Coordinatore Percorsi alternativi Gabriele Zini
Coordinamento Allestimenti Cecilia Russo
Ufficio stampa e comunicazione Danila Prestifilippo
Amministrazione Ejona Lame