Un Elisir d’amore “on the beach” al Macerata Opera Festival

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Uno spettacolo «estivo, molto colorato, esagerato persino, spero divertente» è quello andato in scena allo Sferisterio di Macerata, il 10 agosto 2018. Come sottolineato dallo stesso regista, Damiano Michieletto, invitato per l’occasione ad adattare (in collaborazione con Eleonora Gravagnola) l’allestimento concepito per il Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia per il plein air e impadronirsi del larghissimo palco dell’arena maceratese, la vicenda è stata trasportata dal  “villaggio, nel paesi de’ Baschi” del libretto di Felice Romani a uno stabilimento balneare come tanti, il Bar Adina.

Interpretata con vezzosa grazia dal soprano Mariangela Sicilia, la volubile proprietaria del chiosco sembra cedere alle avances del sergente Belcore, il giovane e prestante baritono Iurii Samoilov, perfetto nel ruolo (per l’occasione) del marinaio arrogante e sciupafemmine, che si esprime in toni energici e su ritmi puntati. All’opposto, è emersa l’indole quieta e malinconica dell’innamorato Nemorino, in questa versione nelle vesti del bagnino dello stabilimento: l’acclamato tenore John Osborn, a cui è stato richiesto il bis della celeberrima cavatina “Una furtiva lagrima” (in linea, purtroppo, con la tendenza a identificare un’intera opera con l’aria più riconoscibile), ha trasmesso con sensibilità il sentimentalismo del genere larmoyant a cui il “melodramma giocoso” di Donizetti fa riferimento. L’ingenuo protagonista riesce tuttavia a non farsi prevaricare dall’artificiosità che lo circonda, condensata nel personaggio del sedicente dottore Dulcamara, venditore della bevanda energetica “Elixir” di giorno e spacciatore di stupefacenti di notte, nel cui ruolo dall’eloquenza truffaldina, è distinto il basso Alex Esposito.

Accanto al soprano Francesca Benitez (Giannetta), a completamento del giovane e talentuoso cast, è doveroso ricordare il ruolo fondamentale, nelle scene di massa, del Coro lirico marchigiano “Vincenzo Bellini” (diretto da Martino Faggiani e Massimo Fiocchi Malaspina) che insieme alla forte presenza scenica dei bravi figuranti e mimi, ha animato il palco: un lido sabbioso e popolare, sormontato da gigantografia di un una spiaggia esotica, frequentato da famiglie e ragazzi aitanti che corteggiano giovani donne di giorno e festaioli in cerca dello sballo di notte.

Le scene di Paolo Fantin, i costumi di Silvia Aymonino e le luci di Alessandro Carletti hanno contribuito a ricreare quel clima chiassoso e volgare, da reality show televisivo, il cui kitsch, mai gratuito, punta impietosamente il dito verso il machismo e la superficialità imperanti nella società di oggi. “Viva il grande Docamara, /Possa presto ritornar“, canta infatti il coro nel finale, ricordando agli spettatori che i truffatori  la fanno troppo spesso franca, e rivelando quindi l’amara attualità di un capolavoro operistico del 1832, la cui sublime leggerezza e il gusto agrodolce sono stati restituiti dall’attenta direzione di Francesco Lanzillotta, sul podio dell’Orchestra Regionale delle Marche.

Foto Ph. Tabocchini

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