Uno scultore americano e un violoncellista siciliano artefici di un progetto artistico visionario. Questa, in sintesi, la storia di N-Ice, il violoncello di ghiaccio realizzato dallo scultore americano Tim Linhart, protagonista di tre eventi da “tutto esaurito” che hanno avuto luogo a Padova la scorsa settimana, per le celebrazioni degli ottocento anni dell’Università cittadina. L’appuntamento clou è stato il Concerto di ghiaccio eseguito nella cornice del Teatro Verdi, quando il celebre violoncellista palermitano Giovanni Sollima, insieme alla Piccola Orchestra Lumière diretta da Andrea Aste, si sono dati appuntamento il 9 dicembre 2022. In programma N-Ice cello concerto dello stesso Sollima, il Concerto bizantino per violoncello di Nicola Segatta e un’improvvisazione con ben tre strumenti di ghiaccio, su temi suggeriti dal pubblico, con protagonisti i due compositori e Corrado Bungaro, violinista e regista del docufilm che racconta il viaggio dello strumento dal ghiacciaio Presena (TN) a Palermo, un progetto che intende far riflettere anche su temi importanti come il cambiamento climatico e l’esodo dei migranti. L’impatto visivo è spettacolare: al centro della scena, su una pedana rialzata, una grande bolla refrigerata a meno 8 gradi custodisce i due violoncelli e il violino, rischiarati dall’illuminazione interna. Entra quindi in scena l’orchestra, le luci dei leggii e un un faro che proietta sfumature azzurrine illuminano il buio dell’attesa. In religioso silenzio il violoncellista siciliano fa il suo ingresso nella “bolla-igloo”, in abbigliamento da montagna. Il freddo però non è di ostacolo al fluire della musica e la voce siderale dello strumento si leva sorprendentemente calda nell’esecuzione del N-Ice concerto, brano che presenta anche le interpolazioni di alcune melodie trentine, a sottolineare il legame con il luogo natio di questo strumento avanguardistico. Il Concerto Bizantino di Segatta regala invece suggestioni di diverse natura: Giovanni Sollima, ancora solista, è fasciato da luci di colore rosso-melograno, mentre i ritmi e i timbri esotici del brano intrecciano Oriente con Occidente, accarezzando echi dalle tradizioni popolari ebraiche, armene e slave. La serata prosegue con l’ingresso in scena di Bungaro, Segatta e Sollima, che concludono l’evento con un’improvvisazione sul tema della libertà, indicato dall’Università di Padova come elemento centrale della programmazione celebrativa. Il finale è affidato al celebre Preludio dalla Suite per violoncello solo in Sol maggiore BWV 1007 di Johann Sebastian Bach, eseguito da Sollima senza archetto, tutto in pizzicato. Gli applausi scroscianti del pubblico che affolla il Teatro Verdi suggellano un indimenticabile viaggio sonoro tra tradizione e avanguardia, tecnologia e primordialità. © Riproduzione riservata
