Il Trovatore al Teatro Verdi di Padova

in News
  1. Home
  2. News
  3. Il Trovatore al Teatro Verdi di Padova

Il ritorno di Trovatore al Teatro Verdi di Padova è un evento raro e ambizioso tutto addossato alla responsabilità della scelta dei cantanti, un evento che per ben riuscire ha bisogno di un quartetto, anzi di un quintetto di protagonisti (se si tien conto dell’insidioso racconto affidato a Ferrando, il basso cantante, subito in apertura di sipario al posto del convenzionale preludio strumentale) che deve essere all’altezza di una partitura tra le più difficili sotto il profilo vocalistico e musicale.

Con la sua drammaturgia  rigida, in qualche modo perfino schematica, organizzata su contrapposizioni più simboliche che psicologiche, Trovatore si staglia all’interno della cosiddetta “trilogia popolare” per il suo forte carico di critica antiborghese. Verdi coglie “tema gitano” assai ricorrente nell’Ottocento musicale europeo, sia prima e dopo il 1853 che vede nascere il suo lavoro, insinuando nella forma l’idea di un conflitto sociale generato dalla presenza perturbante di una società nella società: quella dei gitani, anarchica, matriarcale, opposta per concezione e organizzazione a quella del consorzio civile costituito in stato patriarcale.

Voglio dire: qui è tutto diverso da quanto farà Bizet con Carmen (con cui l’opera di Verdi condivide la struttura In quattro atti), Verdi non impianta e coltiva l’idea di questo conflitto, tra mondi e concezioni dell’esistenza, sulla dimensione realistica della partitura musicale e la zingara Azucena non canta habanera non seguidilla per essere pur sempre il vero motore della storia enigmatica e truculenta: il suo impulso erratico a vendicare l’alterità offesa della madre trova nella forma rapsodica, ma generica, della canzone l’esibizione eloquente di un’idea puramente drammatica di diversità  che la pone rispetto agli altri personaggi e particolarmente il Conte di Luna in una sorta di efficace contraltare; si pensi, al proposito, al perfetto formalismo (poggiato sul principio dinamico di opposizione di Cantabile e Cabaletta) con cui si disegna il sia il ruolo del Conte di Luna  sia la narratività estatica di Leonora.

Manrico invece, il ruolo di cartello, sta sia di qua che di la, nel mezzo tra i mondi, tra maschile e femminile, come è giusto nella vicissitudine propria di un personaggio romanzesco che si vuole  essere contemporaneamente figlio adottivo, oggetto odiato-amato della zingara, e fratello incognito del Conte. Manrico, dunque, che ci viene incontro anch’egli rapsodico con una canzone da fuori scena, si svela poi  alfiere della morale eroica del sacrificio di sé nella celebre Aria con Cabaletta “della pira. Basti quanto detto per ribadire ora che tutto l’effetto di Trovatore, risiede nella scelta di un cast appropriato, mentre la regia ha il delicato compito di assecondare con discrezione l’assetto simbolico-mitico della drammaturgia, lasciando immaginare senza forzare lo spettatore: ci riesce bene, a Padova, Filippo Tonon anche grazie ad un sapiente gioco di tagli di luci fredde; il fuoco e il ritmo delle passioni appartiene, sia sa, in Trovatore, alla musica, all’orchestra che il direttore Alberto Veronesi alla guida di Opv (Orchestra di Padova e del Veneto) spinge con decisione ottenendo  risultati pregevolmente cameristici non particolarmente voluminosi.

I protagonisti, come si diceva in esordio, devono essere all’altezza del compito e lo sono: ottima Azucena  svettante sugli acuti Judith Kutasi contrastata da par suo da un grande Conte di Luna disegnato dal baritono mongolo Enkhbat Amartuvshin. Anche  la Leonora di del soprano messicano Maria Katzarava piace a chi scrive anche se devo ammettere che certe note del registro centrale e basso mi paiono troppo arrochite e poitrinées. Walter Fraccaro è un Manico sicuro più incline a colpi ad aria compressa che a nuances, ma complessivamente molto efficace e partecipe. Buono anche il coreano Simon Li come Ferrando e onesto il coro lirico veneto diretto da Stefano Lovato. Teatro affollato e ottimo incontro.

Four Sketches: quando a suonare sono i pennarelli
Paolino e il lupo: Rossi protagonista a Padova

Potrebbe interessarti anche

Menu