The Little Prince: a Milano un’opera ispirata al capolavoro di Saint-Exupéry

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«Gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare con il cuore», dare ascolto alla propria interiorità, ritrovare il coraggio di scoprire il mondo, recuperando la creatività e l’immaginazione proprie dell’infanzia: tali sono i messaggi universali del celebre racconto di Antoine de Saint-Exupéry che ha ispirato The Little Prince, A Magical Opera, sul libretto in inglese di Nicholas Wright e con la musica del premio oscar Rachel Portman, andato in scena al Teatro del Buratto di Milano il 29 giugno 2018, due giorni dopo il debutto al Castello Sforzesco.

L’allestimento dell’opera in due atti della compositrice britannica, concepito da Federica Santambrogio, ha restituito la deliziosa semplicità e il simbolismo del racconto letterario, ma anche l’entusiasmo contagioso che sottende il “Laboratorio Opera”, il progetto internazionale promosso dalla regista stessa, insieme al direttore d’orchestra Pilar Bravo, nell’ambito dell’associazione SoloCanto, che dal 2014 cerca di coinvolgere giovani artisti in erba, dagli 8 anni in su, nella realizzazione di spettacoli operistici. In tale occasione, gli allievi musicisti e coristi provenienti dai conservatori di Adria e di Badalona (Spagna) e dal milanese Liceo Musicale Tenca, hanno avuto modo di affiancare sul  palcoscenico interpreti professionisti, e dalla forte presenza scenica: il talentuoso mezzosoprano Eleonora Luè, nel toccante ruolo della volpe e Luca Bruno, la cui voce baritonale dal colore brunito e morbido ha dato vita al commovente pilota precipitato nel Sahara (“Every other week I fly from France”), che instaura subito una sincera ed affettuosa amicizia col Little Prince. Nel ruolo del misterioso bambino proveniente dall’asteroide B-612, il quattordicenne Pietro Bolognini ha dato prova di un doti vocali e interpretative davvero fuori dal comune, a partire dall’aria “On my planet there’s a flower” (atto I).

Tra gli altri giovani e bravi interpreti occorre ricordare il tenore Massimo Frigato (Vain Man e Lamplighter), il baritono Jordi Viñeta (King e Bussinessman), i soprani Ana Arias (Rosa) e Gaia Cerri (Acqua); un ruolo di rilievo è stato infine affidato all’attore Loris Fabiani, il sorprendente, sibilante Serpente, i cui interventi recitati, scritti in italiano dalla drammaturga Daniela Morelli appositamente per questa versione del Little Prince, hanno  avuto la funzione di raccordo tra gli episodi e di intrigante “controcanto” allo svolgimento della vicenda.

Ne è scaturito uno spettacolo dalle vivaci scene d’insieme, di forte impatto, visivo e musicale (come nel concertato finale “Look at the sky, look at the stars”), e al tempo stesso di delicata poesia, cui hanno contribuito le incantevoli coreografie della statunitense Liz Piccoli, forte dei successi di Broadway, ma anche i giovanissimi musicisti (Gabriele Apolloni, Lucia Besseghi, Tommaso Bosisio, Simone Capitaneo, Aurelia Castiglione, Mattia Mazzini, Giada Pizzocaro, Martina Tribioli e Giorgia Venturi) diretti da Pilar Bravo, nonché le scene stilizzate di Clara Chiesa e Marta Vianello, i costumi di Micaela Sollecito e le luci di Francesco Vitali.

Non possiamo che augurarci che, in tempi difficili come quelli attuali, il messaggio di speranza e di amicizia lanciato dal Little Prince e dal suo volo onirico possa tornare presto a toccare il cuore degli spettatori.

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