Teatro alla Scala: con Giovanni Antonini l’opera in scena riparte da Così fan tutte

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«Quello ch’è stato è stato, / scordiamci del passato»: se in un Paese sotto la morsa della terza ondata pandemica la saggezza popolare di Despina suona ancora prematura, certo è che il ritorno dell’opera in forma scenica alla Scala rappresenta un momento simbolico per il teatro e per il suo pubblico.

Per questo rendez-vous, sabato 23 gennaio alle ore 19, su Raiplay, Raicultura e sul sito del Teatro, va in diretta streaming un grande classico: Così fan tutte, o sia la scuola degli amanti, vale a dire «il miglior libretto di Da Ponte e la più raffinata opera di Mozart», come scriveva Dent nel 1913, ma anche l’opera della trilogia dapontiana dalla ricezione più controversa, se è vero che questo capolavoro mozartiano rimase a lungo sconosciuto al grande pubblico.

«La più perfetta delle commedie, o delle anticommedie», che dissolve i pregiudizi morali in favore delle «“leggi di natura”, secondo la filosofa empirica Despina, o “necessità del core”, a detta del filosofo etico Don Alfonso» (L. Fontana), andrà in scena nello storico allestimento di Michael Hampe, con cui il regista, nato a Heidelberg 85 anni fa, aveva debuttato a Salisburgo nel 1982 per divenire una presenza costante del prestigioso Festival: la medesima regia fu poi ripresa alla Scala in due occasioni, sotto la direzione di Muti,  nel 1983 e 1989, e ancora nel 2007 sotto la bacchetta di Antonio Dantone.

In brillante sostituzione di Antonio Pappano trattenuto a Londra a causa dell’emergenza sanitaria, sarà sul podio dell’Orchestra e Coro scaligero Giovanni Antonini, gran musicista di formazione milanese (Civica Scuola di Musica “Claudio Abbado”) e ginevrina (Centre de Musique Ancienne), fondatore e direttore dell’ensemble barocco “Il Giardino Armonico”, già particolarmente apprezzato dal pubblico del Piermarini per la memorabile direzione del Giulio Cesare di Händel (regia di Robert Carsen), nell’autunno 2019.

«Più bella commediola Non s’è vista, o si vedrà!» anche grazie ad un cast di rilievo che schiera il soprano Eleonora Buratto come Fiordiligi (già sul palco scaligero lo scorso 7 dicembre con l’aria Morrò ma prima in grazia dal Ballo in maschera nella serata “… a riveder le stelle”), il mezzosoprano canadese Emily d’Angelo nelle vesti di Dorabella (vincitrice dell’Emerging Artist Award del Lincoln Center nel 2020), il tenore ucraino Bogdan Volkov (primo premio del concorso Operalia nel 2016) e il baritono Alessio Arduini (giovane talento con alle spalle importanti produzioni internazionali), rispettivamente impegnati come Ferrando e Guglielmo.  Giovanissima è pure Despina – Federica Guida, vincitrice del concorso di Portofino e già Königin der Nacht alla Staatsoper di Vienna, mentre indossa i panni del «vecchio filosofo» (don Alfonso) Pietro Spagnoli, tra i più affermati interpreti del repertorio mozartiano e rossiniano.

L’evento è anche occasione per commemorare Mauro Pagano, che ha segnato con le sue scenografie una stagione del Teatro alla Scala, dalle piramidi egizie di Aida per Luca Ronconi alla prima dell’85, alle atmosfere alpine di Sonnambula per Ermanno Olmi nell’86, alle utopie delle architetture barocche di Fetonte, sempre per Ronconi, nel 1988.

Info: www.raiplay.it, www.raicultura.it , www.teatroallascala.org

Ph. Brescia e Amisano 

 

Silvia Del Zoppo

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