Destinati, vocati, condannati? Chissà? Il fatto è che ogni anno Suoni Riflessi diventa sempre più impegnativo, più stimolante. Non è concesso ripetere, adagiarsi su schemi collaudati, su collaborazioni ”sicure”. È il destino di un Festival reinventato ogni anno perché nato per stimolare, per affascinare, anche per scandalizzare, spinto da immenso amore per la musica e l’arte in genere e dal piacere di interessare il pubblico più vasto, e anche dal tener fede in quello che fu descritto come “un geniale guazzabuglio”.
Quest’anno il guazzabuglio si complica ancora di più con l’inclusione di un Concorso musicale anch’esso fuori degli schemi tradizionali. I Concorsi sono concreto aiuto per ogni giovane carriera musicale, con pregi e difetti: fra i primi visibilità, opportunità, aiuto economico. Fra i secondi competitività, estrema specializzazione, ricerca di fredda perfezione.
Il Concorso Marcello Pontillo (dal nome del presidente prematuramente scomparso), evita tutto ciò invitando i candidati a pensare un progetto dalla linea musicale coerente e valorizza la comunicativa, il pregio più apprezzato di ogni musicista, e obbligandoli a convincere il pubblico degli abbonati a Suoni Riflessi, coinvolto nel giudizio finale. Finalmente, dunque, un pubblico esperto e competente potrà entrare nel merito delle sorti musicali di giovani normalmente gestite da agenzie, manager, e, a volte, lobbies.
E questo sarà lo splendido finale (nei giorni 16, 17 e 18 novembre) di un Festival che quest’anno si presenta pieno di “stranezze” che planano fra progetti colti e “giochi” musicali e letterari. Veniamo al dettaglio: nei concerti della domenica mattina ore 11 in Sala Vanni il 21 ottobre “ Musica allo Specchio”: si inizia con l’eccellenza toscana della Camerata Strumentale di Prato con Mario Ancillotti e Silvia Tocchini. In programma Bach, Strawinsky, Rossini/Corghi che si susseguono fra imitazioni, rimandi e reciproci sguardi ironici e affettuosi. Il 28 “ Musica… in Gioco”: sarà la volta del signore indiscusso del gioco nelle sue varie coniugazioni: Stefano Bartezzaghi, intellettuale, linguistico, enigmistico, e in questo caso musicale, dato che ha scomodato il Mozart che si diverte a giocare ai dadi col pubblico, assieme a Rossini, Satie, Reich, Zivkovich, che invece giocano coi pianoforti e le percussioni di Matteo Fossi e Federico Poli. Il 4 novembre (Massimo Quarta… suona) è la volta di uno dei maggiori violinisti viventi, che nella falsariga di ciò che è avvenuto negli anni scorsi con Sollima e Masi, si affiancherà ad alcuni giovanissimi musicisti dell’Ensemble Suoni Riflessi e a Fossi per realizzare musiche di Rossini, Paganini, Beethoven. L’ 11 novembre “Ovunque, fuori dal Mondo” , vedrà un bellissimo omaggio a Debussy nel centenario della morte: le ultime tre sonate, testimonianza finale di un uomo minato dalla malattia e sconvolto dalla guerra. Come scrive Alberto Batisti, ideatore assieme a Fossi e Ancillotti del progetto, “di fronte all’orrore e all’annientamento della civiltà europea queste Sonate assumono il valore di un atto di fede nell’arte e nello spirito, da parte di un musicista consapevole della propria fine imminente e di quella del proprio mondo, perché esso, una volta uscito dalle rovine e dalla barbarie, potesse riceverle in eredità per la propria ricostruzione morale” L’esecuzione delle sonate sarà contrappuntata da letture di Debussy stesso e Proust da parte di uno degli attori più impegnati ed amati del panorama italiano: Luigi Lo Cascio.
Anche i tre concerti del giovedì presentano vere “chicche” di rara fruizione: il 25 ottobre in sala Vanni alle ore 19, “Tempo Reale” una collaborazione con altra eccellenza fiorentina, ci sarà il confronto fra quello che è percepito come lo strumento più romantico ed effusivo, il violoncello di Michele Marco Rossi, e l’ elettronica declinata nelle sue diverse tecniche. Scontro o incontro ? Forse entrambe le cose. Giovedì 8 novembre “Musiche dei Mondi”, un percorso con due strumenti a volte popolari, a volte aristocratici, il flauto di Ancillotti e la chitarra di Lorenzo Micheli, attraverso Brasile, Italia, Usa, Giappone, Argentina, India alla ricerca delle radici più autentiche della musica popolare autoctona con i compositori Villa Lobos, Castelnuovo Tedesco, Takemitsu, Piazzolla, Ravi Shankar. Infine, il 15 novembre un interessantissimo esperimento di musica dal vivo sul famoso film “Il gabinetto del dott. Caligari”, capolavoro del cinema espressionistico, con i fratelli Gotlibovich, Yuval e Jonathan, straordinari virtuosi di viola e violoncello.
Infine “Svelare la Musica”, i soliti appuntamenti di preparazione e presentazione dei concerti, ingresso libero, che si effettuano in Sala Vanni alle 18 dei sabati precedenti ai concerti domenicali, che ques’anno si configurano più come “incontri con gli illustri ospiti” Bartezzaghi, Quarta, Lo Cascio, che affermano quanto sia importante per il pubblico conoscere i segreti del pensiero creativo, della composizione, della interpretazione. Insomma un “guazzabuglio” che vuole rivelare gli infiniti collegamenti e “riflessi” che la Musica ha nella storia e nella vita dell’uomo.
Immagine di copertina: Mario Ancillotti