«Il sogno che io so di sognare / l’unico, il primo, mi conduce / là», scrisse un giorno il poeta Giuseppe Conte. Anche noi abbiamo un sogno: ritornare all’Arena di Verona per vivere la magia della grande tradizione lirica. La Fondazione Arena di Verona, grazie alla collaborazione di Sky Classica HD (canale 136), si fa promotrice di un messaggio di speranza e bellezza nel giorno che precede una “nuova primavera” per l’Italia. Parte attiva della task force voluta da A.N.FO.L.S. per la progettazione della ripartenza, la Fondazione veronese si candida a testare un progetto pilota di riapertura per il mondo dello spettacolo. «Dobbiamo immaginare noi artisti e il nostro pubblico come una qualsiasi altra industria produttiva che si confronta con le norme di distanziamento, sanificazione e dotazione di presidi di protezione», afferma il Sovrintendente e Direttore Artistico Cecilia Gasdia. «Chi fa il mio mestiere è un operatore culturale e deve offrire bellezza, sollievo e gioia. Sarà un anno diverso, ma non sarà un anno silenzioso».
Per guardare con rinnovata fiducia al futuro del teatro, domenica 3 maggio verrà trasmesso un florilegio delle produzioni areniane più amate dal vasto pubblico internazionale. La rassegna antologica Sognando l’Arena parte alle 7:00 con La traviata firmata da Hugo de Ana calato in un’atmosfera decadente fin de siècle, in cui grandi cornici, specchi svuotati e tele abbandonate contornano il dramma di Violetta (Ermonela Jaho) e Alfredo (Francesco Demuro). Alle 10:15 Il Barbiere di Siviglia di Rossini fa il suo ingresso travolgente – sempre per la regia di de Ana. Il cast, capitanato da Dmitry Korchak (il Conte), Nino Machaidze (Rosina), Carlo Lepore (Bartolo) e Leo Nucci (Figaro), si muove in un labirinto di siepi ruotanti, sormontato da gigantesche rose rosse: fra controscene e gag esilaranti si aggroviglia il gioco degli equivoci e degli intrighi, in un crescendo dalla comicità scoppiettante che culmina con galvanizzanti fuochi d’artificio. Segue il racconto del Bolle&Firends (13:10) e de I Carmina Burana di Ezio Bosso (13:30). Un’intervista di Paolo Gavazzeni alla Gasdia precede la riproposizione della memorabile Turandot firmata dal compianto maestro Franco Zeffirelli per l’88a edizione del festival (2010). Fra gli interpreti sul palcoscenico: Maria Guleghina (Turandot), Salvatore Licitar (Calaf), Tamar Iveri (Liù), Carlo Bosi (Altoum). La maratona lirica prosegue alle 17:05 con il Nabucco di Verdi, nella suggestiva lettura politico-risorgimentale di Arnaud Bernard (2017). Il regista francese ambienta la vicenda durante i tumulti delle Cinque giornate di Milano; niente Gerusalemme, dunque, e niente sacro tempio di re Salomone: l’azione si svolge invece attorno e dentro un glorioso tempio laico, il Teatro alla Scala, che ruota a vista con spettacolare coup de théâtre. Nabucco (George Gagnidze) veste allora i tirannici panni dell’imperatore Francesco Giuseppe; Zaccaria (Rafał Siwek) quelli di un fervente patriota, à la manière de Mazzini. Li affiancano Susanna Branchini (Abigaille), Rubens Pellizzari (Ismaele) e Nino Surguladze (Fenena). Alle 19:30 una appassionata intervista a Nicoletta Mantovani prima della visione, alle 20:00, di Arena 100 – Un secolo di musica, documentario che ripercorre, attraverso testimonianze, aneddoti, materiali d’archivio e racconti di grandi interpreti, la storia affascinante del più grande teatro del mondo. E ancora il Placido Domingo Gala Arena di Verona (21:15) e Vittorio Grigolo: Roméo et Juliette (22:45). Gran finale con l’Aida di Verdi firmata da Gianfranco de Bosio, ispirata alle immagini e ai bozzetti di Ettore Fagiuoli per l’allestimento che nel 1913 inaugurò il festival lirico all’Arena. Daniel Oren guida una compagnia di canto di rango elevatissimo: Hui He (Aida), Marco Berti (Radamés), Andrea Ulbrich (Amneris) e Ambrogio Maestri (Amonasro).
Info: arena.it
Attilio Cantore