Quello di mercoledì 21 giugno all’Auditorium Parco della Musica è stato un concerto particolare. Orchestra, coro e voci bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, diretti da Shih-Hung Young e con la voce solista di Clara Sanabras e la voce bianca solista di Matteo Ruggeri, hanno eseguito la colonna sonora del “Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello” durante la proiezione del film in lingua originale e sottotitolato in italiano. Il progetto è innovativo: poche istituzioni in Italia hanno finora adottato questo format, da menzionare sicuramente la Verdi di Milano e l’Orchestra Italiana del Cinema, e la sua presenza su uno dei palchi nazionali più importanti è di grande interesse.
La realizzazione è stata notevolissima, soprattutto considerando che, a fronte di una non eccessiva difficoltà della partitura, l’esecuzione dell’intera colonna sonora rappresenta un vero e proprio tour de force per orchestrali e direttore, dovendo suonare per oltre tre ore e mezza. Nessuna sezione ha avuto alcun tentennamento e una menzione va sicuramente agli impeccabili corni e agli efficientissimi percussionisti. Solidissimo anche il direttore Young, chiaro nel gesto e nella conduzione, capace di tenere alta la concentrazione nonostante il doversi dividere tra partitura, orchestra, doppio coro, solisti e film, al fine di coordinare gli attacchi con la pellicola. Buona anche la performance di coro e voci bianche, nonostante la difficoltà di alcuni attacchi abbia indebolito l’intonazione di alcuni passaggi.
L’insieme con la proiezione è risultato perfetto e il format ha dimostrato di funzionare. Al prezzo di un sovraccarico di informazioni, dovendosi dividere tra film, sottotitoli e orchestra, e di una diminuita qualità dell’immagine a causa delle luci, è stato dimostrato come la colonna sonora eseguita dal vivo possa compensare queste carenze coinvolgendo lo spettatore in maniera più pura e diretta e dunque enfatizzando con grande forza i momenti più rilevanti della pellicola, raggiungendo in alcuni climax un carattere veramente esaltante. Interessante è anche il valore extramusicale del progetto: la sala è stata gremita da un pubblico diverso rispetto agli usuali concerti dell’Accademia. Lo hanno dimostrato in primis l’entusiasmo e le ovazioni che hanno accompagnato fin dall’ingresso dei musicisti l’intero evento, terminando con una standing ovation dell’intera sala a dimostrazione del successo riscosso. Gli interrogativi ora sono due e di natura quasi antitetica: questo coinvolgimento di un pubblico nuovo e diverso, avrà dei risultati positivi e tangibili anche sulla programmazione dell’Accademia? O, ancora più interessante, è necessario che ci sia questo risultato positivo?
Questo evento ha portato all’attenzione di un grande pubblico il valore fondante che possiede una colonna sonora in un film e ancor di più il valore che possiede la musica quando viene eseguita dal vivo. Forse, contrastando un’ottica classica spesso utilitaristica che vede queste manifestazioni come occasioni di guadagno sia economico che di pubblico, il vero successo di questo format non sarà un aumento del numero di abbonati alle stagioni, ma una rinnovata consapevolezza dell’insostituibilità della musica dal vivo. Una consapevolezza di cui, nell’epoca della banale semplicità della fruizione musicale, c’è quanto mai bisogno.