In riferimento agli articoli sul Progetto SIAE – Classici di oggi apparsi nelle scorse settimane sul nostro sito nella rubrica curata da Gianluigi Mattietti, riceviamo e volentieri pubblichiamo un intervento di Lucio Gregoretti, Presidente dell’Associazione Nuova Consonanza.
«Essendo stato indirettamente chiamato in causa intervengo, in veste di Presidente dell’Associazione Nuova Consonanza, nel dibattito in corso a proposito dell’iniziativa Classici di Oggi.
Ho seguito con attenzione il progetto fin dall’inizio, anche nell’ambito di un contesto più ampio che mi vede coinvolto, insieme ad altri compositori, in una discussione da tempo avviata con i vertici della SIAE al fine di ottenere una maggiore e più adeguata rappresentanza della musica “colta” negli organi di gestione della Società che saranno a breve rinnovati con le imminenti elezioni. L’oggetto della discussione tra noi e la SIAE è naturalmente molto vasto, non limitandosi alla sola rappresentanza della nostra categoria ma includendo questioni come le maggiorazioni (cui fa riferimento anche Mattietti), i coefficienti di valorizzazione ed altri aspetti specifici che riteniamo non siano stati trattati in maniera adeguata dai nostri rappresentanti nel Consiglio di Sorveglianza oggi in scadenza, mentre per noi sono di importanza cruciale.
Tornando ai Classici di Oggi, molto potrei aggiungere a quanto già detto a proposito del modo in cui è stato gestito il progetto. Mi limiterò invece ad esprimere piena condivisione delle criticità segnalate da Mattietti e a prendere atto con sconcerto di quanto dichiarato dal dottor Buja, perché preferisco cercare di individuare la via per una soluzione costruttiva della vicenda. L’iniziativa Classici di Oggi è certamente lodevole ed è importantissimo che prosegua nel tempo e che sia incrementato il sostegno economico di cui si avvale (è indubbio che su questo siamo tutti d’accordo), ma è evidente che va gestita meglio.
Basterebbe, a partire da subito, nominare ogni tre anni una nuova commissione, e operare una rotazione, anch’essa triennale, dei soggetti beneficiati. Se il primo triennio ha sovvenzionato gli ensemble, quello successivo potrà sovvenzionare i festival e le rassegne, mentre il triennio ancora successivo potrebbe sostenere i concorsi o direttamente i compositori e così via, per tornare dopo sei anni a finanziare gli ensemble e ripercorrere il ciclo. Se poi il tutto fosse improntato anche a una maggiore trasparenza, indicando preventivamente modalità operative e scadenze, e dando ai soggetti interessati la possibilità di candidarsi invece che facendo piovere arbitrariamente dall’alto le sovvenzioni, ci avvicineremmo a un modello organizzativo più civile ed evoluto.
Solo così si potrà dare un contributo reale a quella pluralità di pensiero che è la vera ricchezza dell’operare artistico di oggi e che una grande società di autori che si rispetti ha il dovere morale di salvaguardare.
In fondo, la situazione è chiara e la soluzione è semplice: ci troviamo di fronte a un bivio. A seconda di quale strada imboccheremo ci renderemo conto se poter sperare di far funzionare le cose in maniera seria e corretta, o se dovremo invece, ancora una volta, rassegnarci al fatto che viviamo nel Paese di Pulcinella».
Lucio Gregoretti
Presidente Associazione Nuova Consonanza