Sono davvero poche le realtà musicali che si possono fregiare di una storia unica, fatta di passione, talento, professionalità ai più alti livelli, mecenatismo e altruismo, vocazione all’insegnamento e attenzione al sociale. Il Colibrì è una di queste.
Venerdì 18 maggio, l’orchestra da camera pescarese Colibrì Ensemble presenta Schumann e Burgmüller, il suo primo cd, frutto del sodalizio con il grande pianista Alexander Lonquich e dedicato alla scoperta dei legami misteriosi tra i due compositori romantici tedeschi. Il cd è prodotto e distribuito a livello mondiale, nel circuito on e offline, da Odradek Records, giovane etichetta americana – una vera e propria mosca bianca del panorama della produzione musicale – impegnata nel proporre un modello mai sperimentato prima, che si contrappone alla logica di mercato dominante.
Il CD vede il pianista Alexander Lonquich nelle vesti di direttore d’orchestra tout court, oltre che di pianista, accogliendo la sua prima registrazione del Concerto per pianoforte in la minore, Op. 54 di Robert Schumann, in un raffronto ravvicinato con la Sinfonia n. 2 in re maggiore, op. 11 di Norbert Burgmüller. La registrazione propone un’interpretazione nuova e ardita della musica di Schumann, indagandone i misteriosi legami con le atmosfere e le partiture del coscritto Norbert Burgmüller e ritrovando connessioni stupefacenti che offrono preziosi strumenti di lettura per un ascolto sempre più ricco e profondo. Entrambi i compositori nacquero infatti nel 1810. Burgmüller, però, morì annegato nel 1836, alla giovane età di 26 anni, probabilmente per un attacco epilettico, senza aver prima fallito nel farsi notare per l’originalità della sua scrittura.
Secondo Lonquich, le partiture di Burgmüller, caratterizzate da una spiccata vena malinconica, tradiscono chiare influenze schumanniane. Misteriosamente, però, Burgmüller non poteva conoscere all’epoca le sinfonie di Schumann. Al contrario, l’influenza di Burgmüller su Schumann è più che plausibile. Fu proprio Schumann a orchestrare e a concludere, nel 1951 a Düsseldorf, lo Scherzo di questa seconda sinfonia burgmülleriana, rimasto incompiuto. «Si ha la sensazione – spiega Lonquich – che Schumann fosse stato massicciamente influenzato da Burgmüller. Non potremo mai saperlo, ma sono convinto che Schumann percepisse nella musica di Burgmüller qualcosa di molto personale, di molto aderente al suo carattere. Recupera incisi, atmosfere e talvolta veri e propri temi, come ad esempio l’inciso dei fagotti nel secondo tempo della sinfonia di Burgmüller che ritroviamo nel tema principale del concerto per pianoforte di Schumann. E ancora il tema principale del primo tempo che sembra contenere il germe del futuro tema del concerto per violino composto da Schumann nel 1853, poi tema anche delle sue ultime variazioni. Alcuni passaggi della musica del compositore tedesco anticipano chiaramente anche Brahms, alle prese con la sua Sinfonia n. 2 in re maggiore».
Nato nel 2013 a Pescara, il Colibrì Ensemble è stato fondato dall’oboista Andrea Gallo e reso possibile grazie all’iniziativa mecenatistica, “d’altri tempi” della Dott.ssa Gina Barlafante, medico osteopata, appassionata di musica, oggi Presidente dell’Associazione Libera delle Arti, Ente amministratore del Colibrì Ensemble, che sostiene anche grazie all’AIOT – Accademia Italiana Osteopatia Tradizionale, una delle più antiche nel suo ambito. Grazie a quest’impegno, l’orchestra da camera Colibrì Ensemble sopravvive senza alcun finanziamento pubblico, forte di una stagione di altissimo livello, la cui direzione artistica è affidata ad Andrea Gallo. Ha stretto collaborazioni con importanti artisti del panorama nazionale e internazionale: Alexander Lonquich, Enrico Dindo, Alessandro Moccia, Anna Tifu, Francesca Dego, Felice Cusano, Daniele Rustioni, Francesco Di Rosa, Andrea Oliva, Klaidi Sahatçi, Gilad Karni, Christophe Horak, Bruno Delepelaire, Calogero Palermo, Pina Napolitano, Paolo Russo. Sensibile alla formazione e allo sviluppo delle giovani generazioni di musicisti, ha fondato l’Accademia del Colibrì, una Scuola di Alto Perfezionamento Musicale dedicata alle giovani generazioni, i cui proventi servono al finanziamento dell’orchestra. Un’occasione per studiare musica e al contempo sostenere un progetto culturale.
«È quasi una fiaba» ha spiegato Alexander Lonquich, il celebre pianista tedesco che vanta collaborazioni con orchestre del calibro di Royal Philharmonic Orchestra, Deutsche Kammerphilarmonie, Filarmonica della Scala e Accademia Nazionale di Santa Cecilia, per citarne solo alcune. «È un progetto straordinario, che spero possa continuare a crescere. Ha potenzialità enormi. Una realtà musicale di altissimo livello, dotata di una rapidità di apprendimento e una facilità di lavoro d’insieme davvero eccezionali».
Una fiaba che inizia già nel nome. Il Colibrì Ensemble propone una vera e propria “nuova idea di orchestra”. Il suo nome deriva da una favola africana per bambini, da cui mutua anche gli ideali. Una fiaba i cui protagonisti, un elefante e un colibrì, suggeriscono la partecipazione come forza propulsiva dirompente, in cui ognuno, indipendentemente dalle proprie forze, deve fare la sua parte. Tutti sono indispensabili. Quale esempio migliore quello di un’orchestra, dove la sinergia e il lavoro di tutti sono la base per il successo. Prerogativa di questa orchestra è quella di essere non solo luogo di lavoro, ma luogo di condivisione, di stimolanti rapporti sociali e culturali, dove gli ideali musicali ed etici sono condivisi. L’orchestra si esibisce per lo più senza direttore, rivalutando la figura della spalla – maestro concertatore e promuovendo all’interno dell’orchestra uno spirito ed un approccio caratteristico della musica da camera. Una nuova idea di orchestra anche dal punto di vista gestionale: realtà agile e snella, efficiente e al tempo stesso poco dispendiosa in rapporto alla qualità e quantità dei concerti che produce. In questo modo la figura del musicista ritrova il suo ruolo centrale e fondamentale all’interno del progetto.
Il disco, distribuito in tutto il mondo, esce per Odradek Records, giovane etichetta americana, nata nel 2012, altra creatura rara. Gestita interamente da musicisti di qualità internazionale, sta catalizzando l’attenzione grazie al suo modello inconsueto, che propone un modo di fare produzione e di proporre la fruizione musicale totalmente fuori dagli schemi tradizionali. Indipendente, retta su un modello non-profit. Seleziona i suoi artisti su base anonima, udita unicamente l’alta qualità musicale, l’interesse del programma e la ricercatezza dei progetti candidati. La giuria è formata da professionisti e musicisti facenti parte del roster di Odradek Records.