Retrò e ripetitivo, carico di applausi scontati: è il saggio finale di musica. Noioso, dite? Forse; ma è una verifica pubblica dei livelli raggiunti, educa ad affrontare il pubblico
Nella piccola ma orgogliosa Scuola di Musica di *** tutto è pronto per il Gran Giorno. L’emozione già fa vibrare allievi, famiglie, docenti, anche i rivali, che sembrano solo aspettare il momento di cogliere in fallo il tuo pupillo su quegli odiosi gruppi irregolari sadicamente collocati dal compositore alla fine della cadenza. Il Giorno del saggio finalmente arriva.
Nella saletta il silenzio glaciale è rotto dall’applauso liberatorio che accoglie la presentatrice in Ralph Lauren blu scuro. E a uno a uno, illuminati dal faro fino al centro del palco, sfilano gli alunni. Nelle prime file i relativi famigliari si tengono pronti a scattare già sulle ultime note con l’irruenza del centometrista; pronti a lasciare gli scranni ai famigliari dell’allievo successivo, e ritirarsi ad aspettare nel foyer il loro campione.
Così continua da mane a sera, con un flusso cronometrico di ingressi-sedute plaudenti-uscite orgogliose, il rito del Saggio Finale. La narrazione è un po’ caricata. I colleghi di un maestro sanno spesso apprezzare i risultati del vicino d’aula; i genitori si fermano volentieri ad ascoltare le performance degli altri allievi; e questi non vedono l’ora che arrivi il giorno fatale.
Esiste un’alternativa al saggio di musica?
D’altra parte non riusciremmo a immaginare una scuola di musica, grande o piccola, che non organizzi il suo bel saggio finale, con relativa sfilata degli allievi. È fisiologico, per la vita stessa di una scuola di musica. È una verifica pubblica dei livelli raggiunti, è uno stimolo all’impegno, è un’educazione ad affrontare il pubblico, e altre cose ancora.
Eppure non sempre un saggio, almeno nelle scuole più piccole, riesce a togliersi di dosso quell’immagine un poco rétro;quei colori un po’ scialbi, quel velo di malinconia che si sente quando si sta pronti a perdonare anche il passaggio sbagliato o dimenticato.
Ma esistono alternative al saggio? Qualche scuola ci ha provato. Varrà la pena sapere come, una prossima volta.
di Carlo Delfrati