«Volere è potere», afferma un celebre motto baconiano. E a vedere l’Italia della musica che riparte ormai tra pochi giorni, sembra proprio di poter dar credito al filosofo inglese. Fantascienza? No, Ravenna Festival. Vince infatti la sfida l’edizione 2020 della rassegna, fondata trentuno estati fa da Cristina Mazzavillani Mut
Un risultato dal profondo significato simbolico che giunge a coronare l’impegno continuo degli ultimi mesi, rivolto alla ripartenza della musica dal vivo, attraverso uno specifico protocollo di sicurezzasottoposto al Ministe
A dirigere l’evento inaugurale, il prossimo 21 giugno, Riccardo Muti, convinto sostenitore della ripartenza e sottoscrittore “illustre” della petizione promossa ad aprile da Amadeus e altre riviste musicali italiane. Muti sarà alla testa della “sua” Orchestra Cherubini, che ha fondato ed è composta da sessantadue giovani talenti italiani: ulteriore segnale che la musica riparte non solo dagli artisti affermati, ma anche dai musicisti di domani, particolarmente penalizzati dalla crisi negli ultimi mesi. Il programma che la giovane compagine ci regala si apre con il breve ma «delizioso e pieno di armonie piccanti» Rêverie op. 24 Skrjabin, per proseguire poi con una repertorio interamente mozartiano: il mottetto in fa maggiore Exsultate, jubilate K
Ma questo non è che l’inizio di una programmazione coraggiosa, che fa di eccellenza, eterogeneità
Ritroviamo l’Orchestra Cherubini in altri tre appuntamenti: diretta da Muti per il concerto dell’Amicizia insieme all’Orchestra Sinfonica Nazionale Siriana con la Terza sinfonia di Beethoven (3 luglio, replica il 5 presso il Parco Archeologico di Paestum) e per la serata (12 luglio) con il violoncellista dei Wiener Tamás Varga. Proseg
A proposito di giovani pianisti a cospetto del genio di Bonn, imperdibili anche Filipp
Tre serate per farsi stupire dalla magia degli archi: il violoncello è protagonista esclusivo nei concerti del 22 luglio, in compagnia di Giovanni Sollima, e del 23
Acclamata nel mondo ma di casa a Ravenna, l’Accademia Bizantina di Ottavio Dantone
L’unico appuntamento in live streaming di tutto il Festival si terrà presso la Basilia di San Vitale e vedrà protagonista l’ensemble La fonte musica guidato da Michele Pasotti, con un dialogo immaginario tra la musica sacra di Matteo da Perugia e i mottetti del Codice di Cipro (XV sec.). Presso la Basilica di Santa Maria in Porto sarà invece celebrata, il 21 giugno, la liturgia domenicale presieduta dall’Arcivescovo di Ravenna-Cervia Mons. Lorenzo Ghizzoni e accompagnata dall’ensemble Recitarcantando.
Ulteriori appuntamenti sono dedicati alla pittrice caravaggesca Artemisia Gentileschi (Accademia d’Arcadia), ad una sonorizzazione de La battaglia di Lepanto (La Pifarescha, con la voce dell’attore Gianluigi Tosto) e alla musica greca (Teleion, con Matteo Ramon Arevalos e Camilla Lopez).
Ma il Ravenna Festival non è “solo” musica: debuttano infatti alcune produzioni ideate ad hoc per danza e teatro in epoca di distanziamento sociale. Cosi, le coreografie di Daniele Cipriani non rinunciano ai passi a due, coinvolgendo étoiles della danza che sono coppie d’arte e di vita (Silvia Azzoni e Alexandre Rya
Desideri, inquietudini e “distanziamenti al quadrato” (da Covid, ma anche da social): sull’amore ai tempi del Coronavirus e le nevrosi della contemporaneità virtuale rifle
Completano la proposta teatrale i contributi di compagnie locali come Rumore di acque di Marco Martinelli (Teatro della Albe con Alessandro Renda e i fratelli Mancuso), I sommersi e i salvati, tratto da Se questo è Levi di Andrea Argentieri e Buona permanenza al mondo, dal libro di Serena Vitale Il defunto odiava i pettegolezzi su Majakovskij.
Altro tema di assoluta attualità nel cosiddetto antropocene è quello ambientale: ad affrontarlo Requiem for a Dying Planet, cineconcertode
Il 17 luglio, Vinicio Capossela presenta Pandemonium
Contraddistingue l’edizione di quest’anno una rafforzata sinergia con le amministrazioni locali: così, se il centro propulsivo del Festival sarà certamente la storica Rocca Brancaleone a Ravenna, il Festival s’irradierà per cosi dire anche nei Comuni limitrofi di Lugo, Cervia e Milano Marittima.
Allo Stadio dei Pini di Cervia-Milano Marittima, omaggi a Tonino Guerra, Artusi, Fellini, A.B. Michelangeli si alternano ad incontri con Massimo Gramellini, Melania Mazzucco, Paolo Rumiz, Roberto Cotroneo, Gad Lerner, Ivano Marescotti, la presidente di Casa Artusi Laila Tentoni, Ilaria Capua e Stefano Boeri. Ma anche agli accenti jazz di Paolo Fresu, Rita Marcotulli, Gianluca Petrella, Pasquale Mirra, Paolo Damiani, Daniele Di Bonaventura, Virginia Guastella, Fabio Mina, l’Italian Jazz Orchestra con Simone Zanchini, i Bevano Est e Domenico Bevilacqua.
Il Pavaglione settecentesco di Lugo ospita invece quattro serate sotto le stelle con il cosentino Brunori Sas, l’artista fra l’indie-pop e la tradizione cantautoriale; Stefano Bollani
Con l’auspicio che il Ravenna Festival 2020, «straordinario sotto ogni punto di vista», come rimarca il sovrintendente Antonio De Rosa, possa dare un segnale forte all’Italia intera, non solamente come sotto il profilo della sicurezza sanitaria: «non ci siamo mai sentiti soli perché siamo parte di una squadra forte e solidale, unita dall’obiettivo di proteggere la continuità nel mondo della Cultura e della Musica; una luce che non deve spegnersi e va alimentata con l’irrinunciabile e insostituibile emozione dello spettacolo dal vivo».
Info: ravennafestival.org
Silvia Del Zoppo