La nuova vita di Paolo Fresu tra “live” e dischi

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Infaticabile Paolo Fresu (qui nella foto di Manuela Abis). Come nell’esilarante film con Michael Keaton Mi sdoppio in 4 torna in pista alle porte dell’estate in un poker di ruoli: presidente della Federazione nazionale jazz italiano; organizzatore di festival; produttore discografico e mentore; e, last but not least, artista dedito all’improvvisazione.

Andiamo per ordine. Allo scoppio del covid-19 il trombettista di Berchidda si è battuto in prima linea affinché i lavoratori dello spettacolo, e in particolare i jazzisti, venissero tutelati a livello economico lanciando una petizione al governo. Non solo. Ora che siamo nella cosiddetta “fase 3” della pandemia, in controtendenza rispetto ad altre rassegne italiane (Umbria Jazz su tutte), il musicista ha deciso coraggiosamente di mettere in scena il suo Time in jazz. Lo storico festival da lui ideato e organizzato in Sardegna, quest’anno è all’edizione numero 33, ribattezzata in modo significativo Anima. Il tutto, naturalmente, in ottemperanza alle nuove regole di sicurezza. «Trentatré sono gli anni di Gesù Cristo», ricorda Fresu. «Una cabala emblematica che ritorna nelle culture e nelle religioni. E anche un numero di passaggio nel quale possiamo leggere il dinamico movimento di un presente che dovrà condurre verso il futuro». Purtroppo nel cartellone non compaiono anche gli annunciati – prima del coronavirus – grandi nomi internazionali (per esempio il veterano Archie Shepp). E il programma, dall’11 al 15 agosto, tra Berchidda e altre località sarde limitrofe, sarà tutto all’insegna del made in Italy. Vedremo in scena tanti bei nomi della nostra scena: dal pianista e fisarmonicista Antonello Salis al contrabbassista Marco Bardoscia (che ha appena firmato un bel cd da titolo “ecologico”, The future is a tree, per la Tŭk Music, l’etichetta dello stesso Fresu); dalle sorelle Leila e Sara Shirvani  – violoncellista e specialista di pianoforte – e alla cantante Maria Pia De Vito.

E veniamo all’altro ruolo di Fresu, quello di mentore. Paolo ha firmato le note di copertina di Solo, coraggioso album in solitaria del sassofonista e clarinettista milanese Felice Clemente: lo pubblica Crocevia di Suoni Records e lo distribuisce la Ird. In più ha dato alle stampe altri lavori, quale produttore, della sua Tŭk Music (distribuita dalla Ducale), tra cui Dalì, firmato dal batterista Stefano Bagnoli.  Anche come musicista Paolo è di nuovo sul pezzo. Insieme alla pianista Rita Marcotulli (pure lei ospite di Berchidda) ha accompagnato Ornella Vanoni per la nuova emozionante versione jazz di Domani è un altro giorno. E, per la Tŭk Music Reloaded, ha rimesso in pista un suo album datato 1997 e che risale al suo periodo francese, ribattezzandolo ReWanderlust: un disco di un’eleganza classica e senza tempo dove al quintetto storico del trombettista si aggiunge la seconda voce sassofonistica del belga Erwin Vann. Da ascoltare e ri-ascoltare.

Una postilla… Sempre a proposito di trombettisti di area mediterranea ascoltate Big Viciou. Lo realizza per Ecm (distribuita dalla Ducale) Avishai Cohen da Tel Aviv alla testa del gruppo il cui nome dà il titolo al lavoro: un’opera tra le più intense degli ultimi tempi, atmosfere acustiche, elettronica e sonorità ipnotiche che spaziano da composizioni originali a cover dei Massive Attack (Teardrop) e a inaspettati siparietti di musica da camera, come Moonlight Sonata, ripresa in chiave jazz della beethoveniana Sonata al chiaro di luna. Ci permettiamo di dare un suggerimento a Fresu:  quello di invitare nella prossima edizione del suo festival l’amico di strumento israeliano per duettare con lui.

Info: paolofresu.it
timeinjazz.it
tukmusic.it

Ivo Franchi
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