Classe 1998, nato a Pazardzhik in Bulgaria, semplicità e al contempo determinazione spiazzanti: è questo l’identikit del vincitore del Concorso Busoni 2019 Emanuil Ivanov, che sabato 27 ha esordito al Teatro alla Scala con un programma di grande impatto che spaziava dalla scarsamente eseguita Fantasia nach Johann Sebastian Bach BWV 253 di Busoni, alla suite Miroirs di Ravel, fino alla Quinta sonata in fa diesis Magg. op. 53 di Skrjabin: una raffinata esplorazione sonora, di cui il pianista, a dispetto della giovane età, ha dimostrato pieno controllo fin dall’attacco.
Il countdown della diretta, cui abbiamo assistito “in presenza”, rende quasi “artificiale” l’ingresso del musicista sulla scena, ma non scalfisce Ivanov, che sceglie di rompere il silenzio con un pianissimo: un suono magico, che sembra nascere dal nulla e acquisire consistenza e nitidezza man mano che la Fantasia busoniana si dipana. Una ouverture inconsueta, quasi un omaggio al compositore e al concorso eponimo, che si spera possa lanciare la carriera di questo talento nonostante l’annus horribilis: Ivanov va alla ricerca di chiarezza, cesello delle singole voci, escursione dinamica e pianissimi al limite dell’udibile che, appare subito evidente, saranno la cifra del percorso sonoro in cui il giovane bulgaro accompagnerà il suo pubblico “virtuale”. Cosi come si percepisce da subito che i surreali spazi vuoti del Teatro, con il pianoforte rivolto verso il fondale anziché verso la platea, si offriranno quale contesto insolitamente naturale di questa sperimentazione immaginifica.
Con Ravel emerge tutto il virtuosismo da “Preisträger” del concorso bolzanino. Le luminose volatine delle Noctuelles tagliano brillanti e improvvise l’atmosfera creata da Ivanov: notturna, misteriosa, ma in generale mai cupa (si veda anche il successivo Oiseaux tristes). Liquida e trasparente è anche la sua Barque sur l’océan, dove gli excursus dinamici trascolorano dai pianissimi sussurrati alla pienezza dei fortissimi senza che questi risultino mai violenti o martellati, favoriti da un sapiente uso del pedale che contribuisce alla creazione di nuages e sfumature, quanto basta a non perdere la nitidezza delle linee. Il virtuosismo del successivo Alborada del gracioso per velocità e agilità sembra addirittura infrangere il limite tra il discreto (dell’articolazione di ostinati e passaggi virtuosistici in genere) e il continuo (ad esempio dei glissando): Ivanov saltella sui tasti assez vif, con ribattuti impressionanti e strappati rapaci. Infine, l’ostinato incantatorio su cui risuonano le campane de La vallée des cloches e il generale senso di ieratica immobilità che pervade l’ultimo pezzo del ciclo è reso da Ivanov senza retorica.
«Tà metà tà physiká» dicevano i filosofi greci: l’impressione è che il sovrasensibile e l’etereo siano appunto l’ubi consistam dove Ivanov decide di collocare la Quinta Sonata di Scrjabin, cosi vicina cronologicamente (1908, tre anni dopo Miroirs e un anno prima della Fantasia) e cosi lontana stilisticamente dagli altri due lavori, affrontata dal giovane interprete bulgaro, forse non ancora «noyé dans les obscures profondeurs de l’esprit créateur»,come recita l’epigrafe misticheggiante apposta da Scrjabin in calce alla Sonata, ma certamente in grado di controllarla con grande lucidità.
In conclusione, nonostante la complessità del programma, la tensione è stata mantenuta altissima dalla prima all’ultima nota, da un interprete che era sempre “dentro” al suono e spesso “oltre” la fisica acustica e la meccanica dello strumento. Del resto, il riscontro di pubblico ha premiato Ivanov con una presenza costante durante tutto il live streaming (fino al 6 marzo il concerto è disponibile on demand sul canale YouTube del Teatro alla Scala; successivamente sarà accessibile dal sito del Concorso Pianistico Internazionale Busoni). Sperando di poterlo riascoltare presto insieme al pubblico in sala, non si può che augurare il meglio a un talento appena ventiduenne e già capace di simili universi sonori “metafisici”.
Ph.: Brescia e Amisano © Teatro alla Scala
Silvia Del Zoppo