Per Claudio De Nardo, Presidente della Fondazione Antiqua Vox, il compito di un imprenditore non si limita alla produzione ma implica anche una fondamentale missione sociale ed etica. Coerentemente con questa visione, De Nardo sostiene da oltre trent’anni un’intensa attività di mecenatismo finalizzata alla diffusione della musica antica: da qui nasce “Restituire bellezza”.
«A Treviso sono presenti ben dieci organi storici, tra cui alcuni Nacchini e Callido in ottimo stato, protagonisti di una serie di appuntamenti concertistici seguiti con passione dal pubblico. Da una decina di anni stiamo inoltre contribuendo con Antiqua Vox alla conservazione del patrimonio strumentale della Marca, riconsegnato alla comunità attraverso lo stretto connubio tra innovazione tecnologica, ricercatezza estetica e passione per la condivisione dei valori culturali».
I più recenti restauri riguardano il recupero, ad opera di Graziano Bandini, di un prezioso clavicembalo seicentesco costruito dal celebre Mattia De Gand, attualmente proprietà dei Musei Civici di Treviso, e il ripristino curato da Franco Simeoni dello storico violoncello attribuito alla scuola bresciana di Gasparo da Salò, appartenente al fondo Lattes.
Entrambi gli strumenti sono protagonisti del ciclo concertistico Restituire bellezza, dieci appuntamenti di alto profilo internazionale, in programma fino al 16 giugno nelle Chiese di S. Caterina e S. Gaetano a Treviso. Conservazione, produzione e divulgazione rappresentano infatti i tre concetti che animano la filosofia imprenditoriale di Antiqua Vox.
«L’aspetto educativo mi ha da sempre affascinato – prosegue De Nardo – e anche questa rassegna, grazie alle avvincenti introduzioni affidate a Valentina Losurdo, mira a condurre per mano l’ascoltatore per appassionarlo alla conoscenza del repertorio e dei vari strumenti. Il lavoro di recupero svolto sul cembalo di De Gand, per esempio, considerato il secondo costruttore dell’Urbe, si è avvalso dei consigli prodigati da una commissione autorevole formata da Ferdinando Tagliavini, Andrea Marcon e Liuwe Tamminga. Per chi ascolta è importante predisporsi all’ascolto e conoscere le innovazioni introdotte dai costruttori del ‘600, le peculiarità dei vari registri e la finezza decorativa di uno strumento unico nel suo genere. Occorre convogliare sempre più forze per custodire questo tesoro culturale che rappresenta l’autentica ricchezza del nostro Paese».
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