L’entusiasmo contagioso del festival “Pietrasanta in concerto”

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Sono ormai diciassette anni che a Pietrasanta, cittadina della Versilia incastonata fra le Apuane e il mare, si tiene un festival vivace e di qualità. Si chiama «Pietrasanta in concerto» e l’ha ideato Michael Guttman, violinista di origine belga, personalità vulcanica e dall’entusiasmo contagioso che qui, ogni estate, invita a suonare musicisti di primo rango; spesso sono colleghi ai quali lo legano amicizia e consuetudini artistiche (è una delle poche situazioni italiane immuni dalle logiche d’agenzia), e lui li coinvolge nel disegnare programmi che affiancano pilastri della letteratura musicale, rarità e perfino novità assolute. Succede tutto in pochi giorni ravvicinati, lo spazio principale è quello del suggestivo Chiostro di Sant’Agostino, vicino al Duomo, e qui negli anni si sono ascoltati violinisti come Daniel Hope e Renaud Capuçon, pianisti come Martha Argerich e Roberto Prosseda. L’elenco potrebbe continuare a lungo. E a proposito di celebrità, quest’anno a Pietrasanta è tornata una leggenda del violoncello come Misha Maisky, in trio con i figli Sasha (violino) e Lily (pianoforte). Tutti assieme in un Trio op. 101 di Brahms dal piglio impetuoso, ma nel quale allo stesso tempo convivevano l’eloquio pieno di Misha, le inflessioni sentite di Sasha, il tocco dolcissimo di Lily. Poi si sono aggiunti il violinista Yossif Ivanov e il violista David Abrahamyan, e il Quintetto op. 81 di Dvořák ci è giunto coeso e incalzante. Dopo un’originale serata che si ricorda per le letture accese che Jin Zhao al violoncello e Zee Zee al pianoforte hanno offerto di Martinu (Sonata n. 2) e Tan Dun (la Sonata tratta dalla colonna sonora per La tigre e il dragone), il concerto finale ha fatto apprezzare la generosa comunicativa dello stesso Guttman, alle prese – come violinista e direttore, alla guida degli affiatati musicisti della Brussels Chamber Orchestra – con il Concerto Yiddish che il compositore francese Laurent Couson ha scritto proprio per lui. Ma è stata anche l’occasione per ascoltare, in prima italiana, il Concertino op. 94 di Šostakovič nella trascrizione e nella lettura affilata e lucidissima della superba pianista Julia Zilberquit; e per conoscere, in prima mondiale, l’arrangiamento per flauto del Concerto in Do maggiore per violoncello di Haydn, realizzato da Andrea Griminelli e da lui eseguito con piacevole musicalità, culmine di una serata accolta da un bel successo. © Riproduzione riservata.

Pietrasanta, da sin: il flautista Andrea Griminelli, la pianista Julia Zilberquit e il violinista Michael Guttman.
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