Debussy, l'edizione integrale e tante rarità

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Warner Classics ha pubblicato un gruppo di opere mai registrate o addirittura mai eseguite in un cofanetto di tre cd. Guida all’ascolto di Debussy Centenary Discoveries

Debussy, l'edizione integrale e tante raritàPubblicando nel 2018 la prima edizione integrale delle opere di Claude Debussy, la Warner Classics ha trovato il modo di radunare un gruppo di opere mai registrate o addirittura mai eseguite in un cofanetto di tre cd (Debussy Centenary Discoveries, Warner Classics 0190296915192). Curatore il pianista Jean-Pierre Armengaud con un eletto gruppetto di voci; ha distribuito i reperti con un criterio di generi senza seguire l’ordine cronologico. Un disco, dall’interesse specialmente documentario, è dedicato a trascrizioni per pianoforte solo compiute da Debussy su partiture altrui, la Seconda Sinfonia di Saint-Saëns, l’Humoresque di Joachim Raff, l’op.85 di Schumann.

Contenuti del disco

Il primo cd fa misurare l’evoluzione dal vocalismo espanso alla Massenet della Chanson des brises del 1882 con coro femminile, all’arcadia maliziosa di quattro brani dalla Diane au bois del 1885-’87: il duetto di Diane e di Eros raggia autunnale malinconia pur nella facile orecchiabilità. Nei brani della celebre “Chute” di Casa Usher la voce canta come nel Pelléas et Mélisande; ma il pianoforte sembra suonare da un’altra riva, di nervosità intimista e perenne invenzione. Esce dalla funzione accompagnante, lavorando su orientalismi, accordi di quarta come piastre metalliche.

Non meno importante il secondo cd con partiture di Debussy ridotte da lui stesso per pianoforte solo: Khamma del 1911-’12; Le Roi Lear (1904); Jeux poème dansé del 1912-’13. Sopra tutto da Jeux i pianisti possono prendere suggerimenti per i loro programmi. È sorprendente come la “riduzione” alla asciutta sonorità pianistica non sminuisca la ricchezza cromatica dell’invenzione e addirittura aumenti la percezione dei nessi di causalità fra le figure che s’inseguono in questa straordinaria composizione: modernissima fra le più moderne di Debussy.

Giorgio Pestelli

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