Venerdì 13 e sabato 14 ottobre, al Teatro Arsenale di Milano, succede qualcosa di veramente speciale: MMT Creative Lab, realtà attiva da trent’anni, presenta la sua Parade électronique, a cent’anni dalla Parade nata dall’irripetibile incontro tra Satie, Massine, Cocteau e Picasso, uno dei lavori più interessanti del Novecento, nonché tra i primi a essere definito surrealista. Nella Parade 2.0 suoneranno computer, uomini, sintetizzatori, piante: un viaggio ideato da Walter Prati, compositore ed esecutore che vanta collaborazioni importanti come quella con Evan Parker o con il chitarrista Thurston Moore della band Sonic Youth. Da sempre interessato al rapporto fra strumenti musicali tradizionali e nuovi strumenti elettronici, ci ha raccontato qualcosa più nel dettaglio.
MMT Creative Lab attraverso workshop, eventi e laboratori si occupa di sperimentazione, ricerca musicale e in particolare dell’applicazione alla musica e ai nuovi media di tecnologie innovative. Com’è nato questo progetto?
La peculiarità di MMT Creative Lab è la volontà costante di interpretare in modo innovativo, per quel che riguarda l’ambito musicale, ciò che la tecnologia mette a disposizione. Questo atteggiamento cerchiamo di applicarlo sia nei progetti a carattere puramente sperimentale – solitamente realizzati in forma di workshop – sia in iniziative che si rivolgono ad un pubblico più ampio per il quale la “ cifra” della curiosità e dell’interesse ha ancora una valenza significativa.
Quale crede sarà la particolarità di un evento come Parade électronique?
Come dicevo puntiamo a un pubblico che è disposto a “rischiare” per provare esperienze sonore a lui sconosciute. Parade Électronique nasce in questo modo; una parata di musiche che fanno dell’elettronica un punto di partenza sia creativo che produttivo. Del resto la Parade di Satie – di cui ricorre il centenario – è stato lo spunto “storico” dal quale siamo stai ispirati poc’anzi l’idea di Parade è proprio quella di presentare al pubblico diverse modalità (ad eccezione di quelle prettamente commerciali) con le quali l’elettronica viene utilizzata per creare e produrre musica
La musica contemporanea è ormai intrisa di sintetizzatori e campionatori, soprattutto tra i gruppi emergenti. Molti non sanno però che anche gli studi conservatoriali, ritenuti spesso “antichi”, possono essere molto vicini a questo mondo che invece vuole essere non accademico per definizione. Cosa ne pensa? Anche alcuni ospiti di Parade électronique vengono dai Conservatori…
Sia Bardo Todol che Intersezioni sono gruppi che inglobano esperienze musicali sia provenienti da ambito “accademico” che extra. Mentre nel secolo scorso l’identità “elettronica” rappresentava un particolare ambito estetico, oggi la questione è assai complessa e articolata. Di fatto, attualmente, un gran numero di studenti iscritti ai corsi di musica elettronica all’interno dei Conservatori arriva da un mondo musicale extra colto. Questo nuovo target di studenti richiede una riflessione, un adeguamento ed un diverso approccio nelle metodologie di insegnamento da parte dei docenti. Quando ciò avviene i risultati sono molto interessanti poiché ne esce una integrazione estetica, linguistica e produttiva che potrebbe aprire nuovi percorsi musicali
Di recente sul nostro sito abbiamo affidato il “Buongiorno Amadeus” alla scoperta di come possono “suonare” le piante con la plant sonification, uno dei tanti modi in cui l’elettronica sarà “raccontata” nella vostra due giorni. Penso ad esempio al crossing: in cosa si differenzia da una “classica” improvvisazione?
L’elaborazione elettronica in “tempo reale” presuppone il fatto che ciò avvenga grazie alla presenza di suoni generati da strumenti musicali tradizionali e, come conseguenza diretta, questi suoni vengano modificati elettronicamente. Questa modalità esecutiva obbliga i musicisti a un continuo confronto e “attesa” tra il suono prodotto dallo strumento e il suono elaborato dal computer. Possono passare pochissimi istanti, essere praticamente istantaneo oppure avere degli intervalli di tempo di parecchi secondi, di un minuto o più, ad esempio. Questa modalità porta i musicisti a dover essere attenti al “possibile” risultato prima di agire. Non valutare questo aspetto porta, nella quasi totalità delle volte, a un groviglio di sonorità incontrollate e senza possibilità di evoluzione. Con strumenti musicali tradizionali questo aspetto è assai meno evidente e critico ma, dal mio punto di vista, anche meno interessante e foriero di possibili novità
Ospiterete molte figure femminili, tra musiciste, scrittrici, produttrici, su tutte il progetto Electronic Girls. Come siete venuti in contatto con questo collettivo?
La collaborazione con la casa editrice Auditorium, collaborazione che si è consolidata nell’arco di oltre venti anni, porta a scoprire sempre mondi e comunità musicali interessanti che, talvolta, lavorano al di fuori dei circuiti più tradizionali della musica contemporanea. Questi collettivi, in questo caso parliamo di Electronic Girls, sono gruppi che producono musica, scrivono libri ad esempio e tendono a lavorare in una dimensione più ampia del singolo concerto; una dimensione che si riferisce più ampiamente alla cultura musicale nei suoi diversi aspetti.
Progetti e idee per il futuro?
Proprio in questi giorni uscirà nello store Apple Sound Postcards from Milan; una app musicale storica e geografica su 12 luoghi simbolo di Milano rivisitati da un soundesign creativo realizzato da sound designer milanesi. La prima versione risale al 2015 e venne supportata dal Comune di Milano, oggi viene ripresentata aggiornata con 2 nuovi luoghi simbolo di Milano: la Torre Velasca e la Basilica di San Ambrogio.
Per il 24 novembre è previsto un workshop con performance sulla musica del compositore afroamericano Roscoe Mitchell e nella primavera 2018 una realizzazione di Tautologos III di Luc Ferrari e una iniziativa legata all’incontro tra musica orientale ed elettronica.