Clavicembalista e direttore d’orchestra, Ottavio Dantone è un grande interprete del repertorio barocco (e non solo). Insieme alla sua Accademia Bizantina sarà al Monteverdi Festival di Cremona con “Anonimo veneziano”
L’eco dei festeggiamenti per i 450 anni dalla nascita di Claudio Monteverdi è ancora forte. Ma a Cremona è già tempo di omaggiare il genio con l’edizione 2018 del Monteverdi Festival. Quest’anno il tema “conduttore” è la figura di Ulisse, mitico eroe protagonista dell’Odissea di Omero. Uomini, Eroi e Dei è il titolo della rassegna che, come di consueto, raccoglie l’eccellenza degli ensemble specializzati nel repertorio barocco. Tra questi, sabato 19 e domenica 20, l’Accademia Bizantina con al cembalo e alla direzione Ottavio Dantone.
Chi è Ulisse? Cosa significa per Ottavio Dantone questo mito cosi antico e fecondo di interpretazioni?
«Prima di ritornare alle proprie radici, alla propria casa, bisogna cercare, trovare se stessi anche fuori dalle propria terra. Il viaggiatore, in questo caso Ulisse, fa ritorno a casa con un grande bagaglio di esperienza, consapevole, alla fine, che la lontananza ha contribuito al miglioramento di se stessi».
Il 19 e 20 maggio con la sua Accademia Bizantina sara impegnato al Monteverdi Festival in due concerti che offrono pagine raffinate di vari compositori: Albinoni, Marcello, Vivaldi, Galuppi, Platti; per tutti il massimo comune denominatore sembra essere Venezia, a cavallo tra Seicento e Settecento…
«Si, è Venezia. Una città crocevia per eccellenza di culture e viaggiatori. I molteplici colori, i tanti suoni che si potevano ascoltare tra i canali della Serenissima hanno certamente influenzato tutti i compositori che li risiedevano o da li son passati. Quindi un luogo privilegiato per tanti piccoli Ulisse!».
Il programma prevede anche un concerto da lei stesso ricostruito e intitolato, in modo suggestivo, “Anonimo Veneziano”.
«Si, un titolo per noi italiani estremamente evocativo. In buona sostanza ho fatto questo: Bach ha scritto molti Concerti per clavicembalo, trascrivendo da autori veneziani; di alcuni di questi non si conosce l’originale. Io ho recuperato uno di questi concerti e ho ricostruito la versione per orchestra, intitolandola Anonimo veneziano. Un’operazione, dunque, molto legata a Johann Sebastian Bach».
Tra i suoi prossimi impegni cosa ci può segnalare?
«Sto incidendo per Il Giustino di Vivaldi, opera in tre atti composta nel 1724, che con l’Accademia Bizantina porteremo in giro per tutta l’Europa. All’Opera di Zurigo, a luglio, dirigero invece L’incoronazione di Poppea di Monteverdi».
Biagio Scuderi
(La versione estesa dell’intervista su amadeusonline.net)