Opera Rock. La storia del concept album

in News
  1. Home
  2. News
  3. Opera Rock. La storia del concept album

Opera Rock è il racconto di mezzo secolo  di produzioni musicali, con un finale tutto italiano. Ecco il nuovo lavoro di Daniele Follero e Donato Zoppo

Opera Rock. La storia del concept album

Opera Rock. La storia del concept album

Daniele Follero e Donato Zoppo

Hoepli, 2018, pagg. 312, € 29,90

Di sicuro siamo legati agli anni che viviamo, e questi ci plasmano e ci segnano. Siamo la somma dei milenni che ci hanno preceduto e di tutti gli uomini che hanno contribuito a costruire il mondo odierno. Quindi parrebbe stupido collocare un compositore del ’700 o ’800 alla metà del secolo scorso. Ma se riuscissimo a immaginare una situazione simile allora potremmo mettere Mozart e Verdi nello stesso periodo in cui nasce il 33 giri.

Così se fossero stati attivi a metà degli anni ’60, le loro opere forse sarebbero state composte pensando di essere divulgate, non solo attraverso i palcoscenici dei teatri, ma anche attraverso i dischi. Ed esse sarebbero entrate di diritto nella sfera dei “concept album”; sono dischi i cui brani sono incentrati su un tema unico, sviluppando complessivamente una storia unica.

Ecco se questa stralunata ipotesi di “fantastoria musicale” fosse stata reale, le loro opere liriche sarebbero entrate con pieno diritto tra i “dischi” principali della evoluzione discografica; magari riuscendo a fregiarsi anche dell’appellativo “rock”. Ciò gli avrebbe permesso di diventare tra gli uomini più ricchi al mondo. Ma così ovviamente non è stato; sotto la catalogazione di Opera Rock finiscono ben altri capolavori, nati per narrare una storia unica.

Il disco

Proprio del mondo dei concept album che si occupa il libro scritto da Daniele Follero e Donato Zoppo. Racconta (tra curiosità e aneddoti) mezzo secolo di produzioni musicali. Partendo dai “proto concept album” come Dust Bowl di Woody Guthrie e In The Wee Small Hours di Frank Sinatra, per arrivare a Sgt. Pepper dei Beatles, Pet Sounds dei Beach Boys e Freak Out! di Frank Zappa; per poi giungere alle vere e proprie “opere”, quali sono Tommy dei Who e The Wall dei Pink Floyd.

In questo racconto trova spazio la produzione di artisti e band come Iron Maiden, David Bowie, Jethro Tull, Alan Parsons, Eagles, Lou Reed, Elton John, Hüsker Dü, Smashing Pumpkins. La coppia Follero-Zoppo non tralascia l’Italia, e gli dedica la parte finale del libro, dove protagonisti sono New Trolls, Fabrizio De André, Lucio Battisti, Edoardo Bennato, PFM, Litfiba, Caparezza e Iosonouncane, trovano il giusto spazio. Piccola pecca del volume è quella di non avere inserito un indice analitico dei nomi e dei dischi citati.

Mother Moonlight

Max Fuschetto

Italian World Beat / Audioglobe 1 cd 2018

È nel mondo dell’infanzia che trova ispirazione il compositore Max Fuschetto per il suo nuovo disco. Sedici brani che vedono protagonista il pianoforte (affidato a Enzo Oliva, ma supportato da altri musicisti), dove un approccio moderno allo stile classico, insieme alla musica popolare, etnica e avanguar­dia, trovano un connubio particolare, affascinante e coinvolgente.

Yankee Hotel Foxtrot

Wilco

Nonesuch 1 cd (Warner) 2002

In origine furono gli Uncle Tupelo, gruppo caposcuola dell’alternative country statunitense; poi dal loro scioglimento si generarono altre due band: Son Volt (che continuarono sul solco della precedente esperienza) e Wilco (che con il tempo virarono verso l’alternative rock e la sperimentazione). Fondatori e anime di questa ultima formazione sono Jeff Tweedy (cantante, compositore e chitarrista) e John Stirratt (polistrumentista), che negli anni si sono avvalsi della collaborazione di molti altri musicisti.

Yankee Hotel Foxtrot è il loro quarto album, quello di maggior successo, ma che ebbe un percorso di pubblicazione inconsueto. Già pronto nel 2001, la Reprise (la loro casa discografica di allora) lo valuta poco commerciale e si rifiuta di stamparlo, scaricando la band.

I Wilco decidono allora di rendere disponibile sul proprio sito le tracce dell’album, ma nel contempo trovano una nuova etichetta (la Nonesuch) che investe su di loro. Affidano il missaggio a Jim O’Rourke, uno dei produttori e musicisti più all’avanguardia in quegli anni. Risultato una visione nuova della musica rock, dove le vecchie catalogazioni devono essere riviste; e lo si capisce ascoltando brani come Ashes of American flag, Reservations, Jesus, Etc., War on War. Forse il primo grande capolavoro del millennio.

a cura di Riccardo Santangelo

fuoritema@belviveremedia.com

TW: @RickySixtySix

FB: riccardo.santangelo.71

Lettere: le copertine di Amadeus
Gianfranco Mariotti racconta 150 anni di Rossini Opera Festival

Potrebbe interessarti anche

Menu