È il direttore d’orchestra italiano Daniele Rustioni, alla testa degli archi dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, a inaugurare, insieme con la violinista Francesca Dego, la quattordicesima edizione del Festival MITOSettembreMusi
Protagonisti dell’inaugurazione due artisti ancora giovani ma già celebri in campo internazionale, uniti in un’intesa speciale sia sul piano artistico sia su quello personale: Daniele Rustioni, per molti anni direttore musicale dell’Orchestra della Toscana, e attualmente all’Opéra National de Lyon e all’Ulster Orchestra di Belfast, appare regolarmente nelle stagioni d’opera e sinfoniche più importanti; Francesca Dego, che con Rustioni è spostata, debutto da enfant prodige a 7 anni, ha poi intrapreso una fortunata carriera solistica che l’ha portata a suonare in tutto il mondo.
Sono loro ad aprire “Spiriti”, edizione tutta italiana di MITO SettembreMusica, con la quale il Festival affronta le difficoltà create dalla pandemia rilanciando la sfida imposta da distanziamenti e vincoli con soluzioni nuove e originali, a partire dalla doppia esecuzione di quasi tutti i concerti torinesi.
Con Daniele Rustioni e Francesca Dego laVerdi, una realtà fra le più dinamiche della vita musicale italiana: orchestra sinfonica nata nel 1993 a Milano per iniziativa di Luigi Corbani e formatasi nei primi anni sotto la direzione di Vladimir Delman, svolge un’attività intensissima, con le stagioni nel suo Auditorium, registrazioni e tournée internazionali.
Dedicato quest’anno a musica orientata a esplorare la dimensione spirituale che allarga i confini oltre le composizioni propriamente liturgiche, il Festival si inaugura domani con un programma che, sotto il titolo di “Futuro”, offre al pubblico uno sguardo a diverse dimensioni sul tempo. Al futuro guarda Pilgrims per orchestra d’archi di Ned Rorem, decano dei compositori statunitensi (1923): una breve composizione del 1958, in prima esecuzione italiana. A muoversi “verso il futuro”, sottolinea il direttore artistico di MITO Nicola Campogrande, sono i “Padri Pellegrini” fondatori degli Stati Uniti nel Seicento, ma anche i patriarchi “stranieri e pellegrini sulla terra” dell’Epistola agli Ebrei.
A un ricordo sereno allude invece il Souvenir d’un lieu cher op. 42 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, qui interpretato da Francesca Dego nella trascrizione di Alexandru Lascae che trasforma l’originale per pianoforte in un concerto per violino e orchestra d’archi. Il “luogo caro” evocato dal titolo è la tenuta di Brailov, nella quale Čajkovskij aveva trascorso due settimane nella primavera del 1878. Lo aveva ospitato la sua mecenate Nadežda Filaretovna von Meck, che gli accordava sostegno finanziario e amicizia a condizione che i due non si incontrassero mai. Appunto ai sentimenti di riconoscenza e di affetto per lei si ispirano i tre movimenti nei quali si articola il pezzo: due momenti lirici, Méditation e Mélodie, per incorniciare un più brillante Scherzo, rovesciando lo schema consueto della successione dei movimenti.
Respira la gioia di un capitolo esistenziale specialmente felice la Serenata per archi in mi maggiore op. 22 di Antonín Dvořák che chiude il programma. Siamo nel 1875 e il futuro autore della Sinfonia “Dal Nuovo Mondo”, da poco sposato e padre, sta raccogliendo i primi successi con la sua musica ispirata alla natura e al folclore boemo. Nasce così questa composizione ricca di eleganza e fantasia divenuta presto popolarissima: cinque movimenti corrispondenti ad altrettanti stati d’animo.
I concerti, come da tradizione, saranno preceduti da un’introduzione: di Stefano Catucci a Torino e di Gaia Varon a Milano.
MITO SettembreMusica, con la presidenza di Anna Gastel e la direzione artistica di Nicola Campogrande, proseguirà fino al 19 settembre con oltre 80 appuntamenti, realizzati da Fondazione per la Cultura Torino e I Pomeriggi Musicali di Milano.
Info: mitosettembremusica.it
Ph. credits: Davide Cerati