Music Diplomacy: una piattaforma per la diplomazia musicale

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Tra le forme di soft power più note la diplomazia culturale ricopre ormai un ruolo di massima importanza, soprattutto in un mondo che tende sempre più a ripiegarsi verso una presunta autarchia. Non così conosciuta è però la diplomazia musicale. Eppure forme di diplomazia musicale celeberrime sono quelle di Barenboim e la sua West Eastern Divan Orchestra, El Sistema di Abreu, ma anche formule di scambio, di collaborazione, di incontro tra musicisti (giovani e non) provenienti da tutto il mondo, magari in focus come il Symposium sulla Corea del Sud del Concorso Busoni, che ha visto concerti, tavole rotonde, interviste, documentari alla presenza di ambasciatori, giornalisti e spettatori. Lo scopo di queste iniziative, e in generale della diplomazia musicale, è infatti promuovere cooperazione, comprensione e rispetto reciproco tra comunità, popoli e nazioni, contribuendo alla creazione e alla promozione di una cultura di pace.

Per portare alla superficie e alla consapevolezza queste fitte trame di relazioni, è appena nata Music Diplomacy, Stories from the world, la prima piattaforma online interamente dedicata al racconto di simili esperienze, attraverso la testimonianza diretta di chi (musicisti, esperti, diplomatici, attivisti, giornalisti) queste storie le vive in prima persona. Music Diplomacy nasce come diretta filiazione degli ormai oltre otto anni di attività dell’Euro Mediterranean Music Academy (EMMA), organizzazione nata da un’idea di Paolo Petrocelli per dare una risposta culturale alla crisi del Mediterraneo e che proprio nel Mediterraneo e in Medio Oriente opera per promuovere iniziative di dialogo musicale. Moltissimi i musicisti coinvolti, come Gautier Capuçon, John Axelrod, Mohammed Haddad, Alessio Allegrini, Alexander Romanovsky, Yousra Dhahbi, Ezio Bosso, Marcel e Rami Khalifé, il Quartetto d’archi della Scala e molti altri, sotto la Presidenza Onoraria di Riccardo Muti.

Le storie narrate da Music Diplomacy non riguardano però solo il Mediterraneo, ma tutte le iniziative di diplomazia musicale che si rincorrono a volte inconsapevolmente in giro per il mondo, senza riuscire a fare rete. I primi contributi per la piattaforma saranno infatti a firma di Ian Smith, Presidente dell’European Music Council (la più grande rete europea di organizzazioni e istituzioni musicali), sul ruolo della diplomazia musicale e della cooperazione culturale durante l’emergenza Covid-19, e di Charles Kaye, Direttore Generale e Co-Fondatore della World Orchestra for Peace, creata nel 1995 da Georg Solti e oggi diretta da Valery Gergiev.

Info: www.musicdiplomacy.net

Alessandro Tommasi

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