Martina Franca: alla Paolo Grassi un omaggio a Beethoven

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La Fondazione “Paolo Grassi” di Martina Franca rende omaggio a Ludwig van Beethoven e celebra il 250esimo anniversario della nascita del compositore (16 dicembre 1770) con il progetto culturale “Nostro fratello Ludwig”, un ciclo di incontri, concerti e workshop in programma nel 2020. Oltre al valore celebrativo dell’importante ricorrenza, il progetto coordinato dal musicologo e critico musicale Sandro Cappelletto offrirà l’occasione per compiere un excursus storico ed estetico sul pensiero artistico e musicale beethoveniano. La fratellanza universale, l’eredità artistica tramandata ai compositori contemporanei, la sordità e le conseguenze ad essa correlate saranno alcuni dei temi indagati nei diversi appuntamenti che si terranno fino a dicembre nell’auditorium della Fondazione.

Il progetto ha avuto inizio il 25 febbraio con “The young Beethoven / Il giovane Beethoven”, prima lezione concerto tenuta da Cappelletto, incentrata sul periodo di vita compreso fra il 1770 e il 1792 con un approfondimento sugli anni della formazione a Bonn e sugli aspetti più intimi della vita familiare, come la morte della madre e l’alcolismo del padre, e degli anni giovanili legati all’Università, alla scoperta di Kant, dei poeti Goethe e Schiller,  all’incarico alla corte del Principe Elettore di Colonia e soprattutto alle sue prime opere. L’incontro ha visto la partecipazione della pianista Liubov Gromoglasova e dei piccoli allievi della classe di pianoforte della scuola di musica della Fondazione Grassi.

“Il compositore della libertà” è il titolo del secondo incontro (8 aprile 2020) con Sandro Cappelletto nuovamente impegnato in una conversazione sulle opere della maturità, fra cui Fidelio, unico riferimento di teatro musicale nell’esperienza artistica di Beethoven. Il compositore e giornalista musicale Nicola Campogrande nell’incontro “Ferri del mestiere: che cosa ha lasciato Beethoven ai compositori del presente” (13 maggio) farà luce sull’eredità lasciata dal musicista tedesco alla musica del nostro tempo e su quanto attuale sia ancora oggi il suo messaggio. A seguire il pianista ucraino Konstantin Lifschitz sarà protagonista della conferenza concerto “Le 32 Sonate per pianoforte di Beethoven” (22 maggio). Sempre a maggio (dal 14 al 16) si svolgerà il workshop organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari.

Le celebrazioni beethoveniane della Fondazione Paolo Grassi rientrano anche nella programmazione del 46° Festival della Valle d’Itria con concerti dedicati e in particolare con la messa in scena di Leonora di Ferdinando Paër (25, 28 e 31 luglio) composta sullo stesso soggetto del Fidelio, e si concluderanno in autunno con gli ultimi tre appuntamenti del progetto “Nostro fratello Ludwig”. La conferenza “La sordità. La sua volontà è stata più forte della privazione” (15 ottobre) curata da Sandro Cappelletto vedrà medici, scienziati e terapisti esperti confrontarsi sulla sordità, in particolare sull’esperienza umana di Beethoven correlata alla perdita dell’udito, il male che tormenterà il compositore più di ogni altra cosa, fino alla morte.

Il tema della conferenza “Fu vero incontro? Rossini e Beethoven” (20 novembre) sarà affidato a Daniele Carnini, direttore editoriale della Fondazione Rossini di Pesaro, chiamato ad indagare i rapporti tra i due compositori.

Il progetto si concluderà il 16 dicembre, giorno dell’anniversario celebrativo, con la conferenza concerto in cui il Quartetto Savinio e la voce recitante di Sandro Cappelletto racconteranno la genesi del Quartetto op. 132, commissionato dal principe russo Nicolas Galitzin insieme ai Quartetti op. 127 e 130, al cui Adagio Beethoven antepone la celebre didascalia «Canzona di ringraziamento offerta alla Divinità da un guarito, in modo lidico», ossia un canto solenne “della vita che – scrive Cappelletto nel volume “Beethoven, la vita e l’opera” (Newton Compton editori) l’autore afferma di sentire rinascere in sé dopo un aggravamento del male, ma una vita che è ormai in limine, che non conosce più eccessi di affetti e passione, come stupita dal semplice fatto di esistere ancora. Una vita in cui la distanza tra l’umano e il divino sembra colmarsi in un momento di struggente contemplazione.

Info www.fondazionepaolograssi.it

Immagine di copertina Konstantin Lifschitz

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