Maria Meneghini Callas sings Operatic Arias

in News
  1. Home
  2. News
  3. Maria Meneghini Callas sings Operatic Arias

Tra i vinili da collezione, vi segnaliamo “Maria Meneghini Callas sings Operatic Arias”. Il disco raccoglie due album prodotti da Walter Legge

 

Maria Meneghini Callas sings Operatic Arias

Maria Callas, Philharmonia Orchestra, Tullio Serafin

Warner 1 lp (Warner) 1954

Un mito, un fenomeno non solo musicale, fuori dalle regole e multiforme: così oggi appare ed ancora è la straordinaria figura di Maria Callas (1923-1977), nonostante i 41 anni trascorsi dalla sua morte. In questa chiave di lettura, la grande cantante lirica è stata studiata da un corposo libro a più voci, curato da Luca Aversano e Jacopo Pellegrini, e pubblicato dall’editore Quodlibet nel 2016: Mille e una Callas. Il volume approfondisce i modi con cui si è proiettata sul piano della storia sociale e artistica dagli anni Cinquanta.

Un vinile doppio

A ricondurci all’aspetto strettamente esecutivo ci ha pensato la Warner. Di recente, ha riversato su vinile di alta qualità un paio di album della Callas. Entrambi prodotti da Walter Legge, erano già stati rimasterizzati nel 2014. Si tratta di Maria Meneghini Callas sings Operatic Arias (registrato nel settembre 1954, a Watford, in Inghilterra, assieme alla Philharmonia Orchestra diretta da Tullio Serafin, ingegnere del suono Robert Beckett) e Mad Scenes (inciso nel settembre 1958, a Londra, assieme alla Philharmonia Orchestra and Chorus, direttore Nicola Rescigno, ingegnere del suono Harold Davidson).

Nel settembre del 1954, la Callas volò in Inghilterra con l’obiettivo di registrare i suoi primi due recital per Emi. Il primo era Puccini Heroines; l’altro, il primo dei due sopra citati: una raccolta di Arie liriche e di coloratura che includeva ruoli con i quali non si era ancora confrontata in teatro.

Giudizio tecnico

È assolutamente impressionante ascoltare come la Callas riesca a rispettare le differenti gamme emotive. Imprime in maniera leggendaria la propria personalità d’interprete; spazia dal registro scuro e drammatico del Mefistofele di Arrigo Boito («L’altra notte in fondo al mare»), al lirismo tragico e impeccabile dell’Adriana Lecouvreur di Cilea («Ecco: respiro appena. Io son l’umile ancella» e «Poveri fiori»), allo stile elegiaco e sublime della Wally di Catalani («Ebben? Ne andrò lontana»), fino alle acrobazie mozzafiato della Lakmé di Delibes («Dov’è l’indiana bruna?») e dei Vespri siciliani di Verdi («Mercé, dilette amiche»).

Massimo Rolando Zegna

Operadagen: il teatro è vivo
Social e streaming: la Musica al tempo del Coronavirus non si ferma ma chiede provvedimenti urgenti

Potrebbe interessarti anche

Menu