Maggio dei Monumenti: il Seicento musicale napoletano raccontato dai napoletani

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Quando si sente parlare di Seicento napoletano solitamente affiorano solo sbiaditi ricordi liceali: la fallimentare rivolta di Masaniello e dei suoi «scugnizzi», le fantastiche storie de Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, i dipinti di Luca Giordano realizzati in tutta fretta, le masnade di banditi al servizio di baroni cospiratori, le magnifiche chiese progettate dal Fanzago. E la musica? Nell’arco di un secolo straordinariamente complesso trascorso sotto la dominazione spagnola, il vicereame di Napoli vive un periodo di assoluto splendore musicale, favorito dalla instancabile attività delle varie cappelle ecclesiastiche e dei quattro conservatorî – collegi retti dalla pubblica carità sorti con lo scopo di educare orfani e trovatelli – oltre che dalla committenza aristocratica. Sono gli anni in cui si affermano compositori del calibro di Francesco Provenzale, Gaetano Greco, Orazio Giaccio, Cristofaro Caresana, Gaetano Veneziano e Alessandro Scarlatti.

Due fra i più blasonati musicologi napoletani, Francesco Cotticelli (Università “Federico II”) e Paologiovanni Maione (Conservatorio “San Pietro a Majella”), curano un nuovo prezioso e monumentale volume (circa 2000 pagine, corredato da un cd) che fin da ora si impone quale imprescindibile opera di riferimento per gli studi sulla musica nella città partenopea, Storia della Musica e dello Spettacolo a Napoli: il Seicento (Turchini Edizioni), prefato dal compianto filosofo Aldo Masullo, scomparso lo scorso 24 aprile. L’altissimo valore di questa pubblicazione, forte di una serie di contributi prestigiosi, risiede nell’aprire cantieri di ricerca inediti, facendo decadere dopo secoli inveterate leggende e offrendo finalmente la possibilità di studiare con rinnovata consapevolezza il Seicento musicale napoletano. In occasione dell’uscita del volume, che attende di essere distribuito il prima possibile nelle librerie, la Fondazione Pietà de’ Turchini propone un ciclo di Conversazioni sul Seicento per la rassegna Maggio dei Monumenti promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli. Gli appuntamenti, live streaming, saranno disponibili sulla pagina Facebook dell’Assessorato e della Fondazione. Il primo incontro si terrà oggi, 15 maggio, alle ore 20 nel “teatrale” loggiato di palazzo Donn’Anna Carafa, la suggestiva residenza eretta sul litorale di Posillipo dalla viceregina consorte di Napoli. Federica Castaldo (Direttrice del Centro di Musica Antica Pietà de’ Turchini), Domenico Antonio D’Alessandro e Paologiovanni Maione tracceranno un affascinante affresco della committenza e degli ingranaggi che muovevano il sontuoso mondo musicale napoletano del XVII secolo, raccontando le vite esemplari, temperate e dissolute di acclamate canterine, muse di poeti e compositori; ma anche la storia “sommersa” di corteggi marini fra sguazzate di colascioni e vaghe accademie armoniche. Protagonisti dei successivi incontri: Francesco Cotticelli e Nicola De Blasi alla Chiesa di Santa Caterina da Siena, sede dei Turchini; Pierluigi Ciapparelli e Francesco Nocerino alla Certosa di San Martino.

Sempre legato al Maggio dei Monumenti è il format digitale Dagli scaffali del San Pietro a Majella, promosso dai professori del conservatorio napoletano Antonio Caroccia e Paologiovanni Maione. Fino al 30 maggio, ogni sabato alle ore 12 in diretta streaming sul canale YouTube ufficiale del conservatorio, alcuni dei grandi tesori della biblioteca verranno presentati in rete: si tratta di un patrimonio culturale e artistico di inestimabile valore, messo a disposizione di tutti. Paologiovanni Maione, Antonio Caroccia, Marta Columbro e Domenico Sapio delineeranno la nascita e la fortuna di partiture particolarmente rappresentative. Dopo il primo seguitissimo incontro dedicato a L’incoronazione di Poppea, il prossimo sabato è la volta del Quartetto per archi composto da Giuseppe Verdi nel 1873 durante il suo soggiorno napoletano in vista della messa in scena della Aida (16 maggio). Segue un approfondimento sulla metateatrale farsa per musica L’impresario in angustie di Domenico Cimarosa, rappresentata per la prima volta nel 1786 al Teatro Nuovo (23 maggio). Per finire, riflettori puntati sulla virtuosistica letteratura musicale degli evirati cantori e sull’estasi teatrale e la socratica licenziosità che ogni loro eccezionale esibizione provocava nel pubblico (30 maggio). Tutti gli incontri saranno coronati da brevi performance.

Info: turchini.it; sanpietroamajella.it

Attilio Cantore

 

In foto: Bernardo Cavallino (Napoli, 1616-1656), Estasi di Santa Cecilia, olio su tela, 1645, particolare dell’angelo con liuto, Napoli

 

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