È arrivato Natale, dolce tempo di tradizione, premessa inscalfibile di luce in un anno di fosche incertezze. Nell’eco palpabile di desideri raggianti è quindi oggi maggiormente importante ritrovarsi, in musica, uniti nel medesimo sogno. Dopo esattamente un secolo, sono allora ancora valide le parole del Sermone di Natale di Emilio Cecchi: «in tutti i tempi una tradizione ha fatto comodo. Ma non mai come in questi tempi scombujati». Così l’Orchestra di Padova e del Veneto onora la tradizione e decide di festeggiare il Natale con tre appuntamenti decisamente da non perdere. Dal 25 al 27 dicembre, due Concerti di Natale in streaming dalla Cattedrale di Padova e dalla Chiesa di San Francesco di Rovigo e un appuntamento dedicato alle famiglie dal Teatro Verdi di Padova, promossi in collaborazione con la Diocesi di Padova e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. I tre eventi saranno trasmessi sul profilo Facebook e YouTube dell’Orchestra; e successivamente disponibili sulla piattaforma OPVlive.
«L’Orchestra riprende l’attività», precisa il Vicepresidente dell’OPV Paolo Giaretta, «sia pur con le difficoltà presenti che rendono più complessa ogni organizzazione. La musica deve però accompagnare anche questo momento difficile. Produciamo naturalmente tutto in streaming e senza pubblico in sala, con un programma molto intenso di eventi per il mese di dicembre: oltre ai due concerti di Natale a Padova e Rovigo e allo spettacolo tartiniano, ci sarà il Rigoletto con il Teatro Stabile del Veneto e il consueto Concerto di Capodanno. Concluderemo con la registrazione di un evento a Roma per i Musei Capitolini, all’insegna di un’offerta che ci permetterà di rimanere al fianco del nostro pubblico e di tutti gli amanti della musica».
Si inizia oggi, 25 dicembre alle ore 18, nel segno di Mozart. Sul podio dell’OPV Luca Oberti, clavicembalista, organista e direttore bergamasco che sempre con magisterialità e disinvoltura sa spaziare dal repertorio barocco a quello novecentesco, seguendo l’orma della prassi esecutiva storicamente informata. Il primo Concerto di Natale dell’OPV, in streaming dalla Cattedrale di Padova, si aprirà con la splendida Sinfonia n. 34 K 338, composta da Mozart a Salisburgo (marzo 1780) prima del suo trasferimento a Vienna. Particolarmente felice la scelta di questo gioiello sinfonico che, diversamente da lavori precedenti, si serve di un organico allargato (con oboi, fagotti, corni, trombe e timpani), tratto che gli conferisce una tal quale aura di corrusca solennità. Smagliante e festoso l’Allegro vivace, a metà fra la marcia e l’ouverture italiana, ricco di idee tematiche che emergono all’interno di una struttura che oscilla tra la solarità del do maggiore e i chiaroscuri di modulazioni in modo minore. Segue un Andante di molto affidato ai soli archi, ma con la parte delle viole sdoppiata («viole divise»), che riesce a colorare di magia incantatoria il suggestivo dialogo fra le varie voci. Il Finale. Allegro vivace, ripresentando l’organico completo, assume subito i toni di una danza vorticosa, di un mulinello sonoro gaio e spensierato giocato su un continuo fluire di terzine di crome, che a tratti sembra quasi occhieggiare a certi capolavori dei maestri dell’opera buffa di “scuola napoletana”. A tal proposito, il compositore milanese Giacomo Manzoni ha sottolineato: «il Finale fa quasi pensare, col suo rapido ritmo, a un movimento di tarantella che nello sviluppo viene per un attimo velato da un’ombra di mestizia».
Di Mozart verranno eseguite inoltre due pagine tratte dal repertorio sacro. Il soprano Michela Antenucci, artista distintasi negli anni nel miglior repertorio barocco, interpreterà il mottetto Exsultate, jubilate KV 165 (158a), «un pezzo di fatata luminosità, in cui lo scintillio virtuosistico è pari al fascino di un’invenzione ammaliante» (Cesare Fertonani); composto da Mozart nel gennaio 1773 a Milano, si tratta di uno dei vari desiderata virtuosistici dell’evirato cantore Venanzio Rauzzini, il “primo uomo” del Lucio Silla, che lo eseguì per la prima volta nella locale chiesa dei Teatini. Inoltre, l’Et incarnatus est dalla Grande Messa K 427 che il genio salisburghese concepì come un’offerta votiva per il superamento delle difficoltà che si frapponevano al suo matrimonio e allo stesso tempo come dono all’amata Konstanze, sua futura moglie. Proprio perché dettata dal cuore e libera da qualsivoglia incarico ufficiale, la Messa rimarrà incompiuta ma, insieme ad altri numeri, l’Et incarnatus est rappresenterà nei secoli successivi un esempio immortale di bellezza, “aria di baule” di decine di grandi donne della lirica, mirabile per il suo fiorito virtuosismo vocale «frutto di quel prodigioso processo di assimilazione-rimeditazione del patrimonio linguistico italiano» (Fiamma Nicolodi).
Nel giorno di Santo Stefano, sabato 26 dicembre alle 18, sullo sfondo della Chiesa di San Francesco di Rovigo, oltre alla Sinfonia n. 34 e all’Exsultate, jubilate di Mozart, il Concerto di Natale accoglierà in esclusiva l’Ave Maria dall’Otello di Verdi e la Sinfonia pastorale del Messiah di Händel.
Dal Teatro Verdi di Padova domenica 27 dicembre alle 17:30 l’OPV dedicherà alle famiglie una nuova occasione per trascorrere le feste tutti insieme, in musica. In occasione delle celebrazioni del 250° anniversario della morte di Giuseppe Tartini, a essere protagonista sarà la musica dell’acclamato “Primo Violino d’Europa”, del venerato “Maestro delle Nazioni” che, da Padova (sua città d’adozione), fu guida per centinaia di strumentisti dell’affollato universo musicale settecentesco. L’OPV trasmetterà in streaming lo spettacolo Tartini violinista spadaccino: un divertente racconto di parole, immagini e musica dedicato ai più piccoli realizzato insieme a Elisabetta Garilli (testi e voce narrante), a Giulia Orecchia (animazioni) e al violinista Federico Guglielmo nella doppia veste di solista e maestro concertatore, a partire dall’omonimo libro illustrato recentemente pubblicato per i tipi di Carthusia Edizioni.
Uomo del suo secolo, Tartini (1692-1770) fu catalizzatore di esperienze e suggestioni molteplici. Figura sfaccettata, virtuoso del violino e teorico, con interessi oscillanti fra musica e scienza, filosofia e misticismo, intese costruire la propria esperienza estetica attraverso un dialogo fra complementi di mondo plurimi e apparentemente inconciliabili. Anche Tartini, insomma, avrebbe potuto sostenere, al pari di Montesquieu, che «senza varietà l’animo langue». Per saperne di più, non rimane dunque altro che assistere in streaming a questo intrigante spettacolo – a conclusione di un originale percorso di formazione per le scuole dell’infanzia, nel solco della rassegna OPV Families&Kids – trasmesso congiuntamente sui canali dell’OPV e sulla pagina Facebook della Fondazione Cariparo.
Info: opvorchestra.it
Attilio Cantore
foto: Luca Oberti (cover e nel testo) © Marco Borggreve