Dalla storia dell’Accademia Chigiana al Processo in musica nel Lohengrin. Ecco qualche libro e i manuali per chi studia la musica
Non solo in teatro e nei cd: anche un buon libro può aiutare a conoscere il mondo e la storia della musica.
MUSICA PER SEMPRE. ACCADEMIA CHIGIANA. STORIA DI UN PROGETTO AL FUTURO
a cura di Marco Baglioni e Stefano Jacoviello
Pacini, 2018, pagg. 128, € 10,00
Non è un caso che la presentazione di questo libro denso di dati sia avvenuta il 21 giugno 2018. Perché si deve al documento firmato il 21 di giugno 1958 (coincidenza forse casuale, ma carica di simboli) la persistenza in una piccola città di una istituzione musicale ormai secolare, che ne è il fiore all’occhiello. In quella data Guido Chigi Saracini, avanti con gli anni, stabilisce un contratto con l’antica banca locale, il Monte dei Paschi, che garantisca Siena, e il suo palazzo in via di Città, come sedi per far vivere la sua passione totalizzante oltre la sua scomparsa.
Nulla a questo mondo è per sempre; ma a Siena ci si avvicina più che altrove al concetto di conservazione ad oltranza. Si parla tanto in questa pubblicazione di statuti, di momenti di crisi economica (due recenti in particolare) che vedono la Chigiana seguire le sorti cittadine, ma anche mondiali; e non potrebbe essere diversamente. Tuttavia la Fondazione che si è sostituita alla Banca ha deciso di puntare su questa tradizione; l’Accademia Musicale ha trovato supporto nel territorio e non solo, e nella sua creatività progettuale.
Tutto questo ci raccontano, efficacemente, numerosi autori. Li coordinano Marco Baglioni, testimone del passato, e Stefano Jacoviello, travolgente ideatore di nuove strategie per il futuro.
Annamaria Pellegrini
LE DONNE DI GIOACHINO ROSSINI
Roberta Pedrotti
Odoya, 2018, pagg. 414, € 22,00
Nate per vincere e regnar, sottotitola il libro. Oscura una Desdemona e una Semiramide per illuminare molte altre eroine rossiniane: comiche, semiserie; serie ma spesso attese da finali radiosi. Dopo qualche pagina su «Voce di donna o d’angelo», su figlio Gioachino e mamma Anna, sulle “creatrici” dei personaggi, il libro corre sul filo dell’analisi delle singole opere e donne: prime o seconde che siano.
La trama, una scelta di testi, il rapporto con gli altri personaggi, tutto concorre alla pittura dei caratteri e dei tipi: farse in un atto, lunghe commedie di Rosina e Lisetta; la gran Cenerentola che autorizza citazioni leopardiane, le perfette “casalinghe” che giurano fedeltà a padri e mariti; le regine e guerriere che all’amore sanno dare (Zelmira) o rinunciare (Elisabetta) ma sempre con autorità.
Infine le francesi: nel Viaggio a Reims giustamente la Pedrotti mette l’accento sulla centralità di Corinna e sorprendentemente perviene a Guillaume Tell definendo rivoluzionaria Mathilde, la gentile innamorata che tutta soletta in mezzo al bosco canta l’ineffabile «Sombre forêt». Una simpatia speciale sembrano meritare il contralto Marietta Marcolini e la protagonista di Matilde di Shabran (che allora si poteva intitolare anche Corradino, ma Roberta non sarebbe mai d’accordo).
Piero Mioli
IL PIANOFORTE
a cura di Ala Botti Caselli
Edt\SIdM, 2018, pagg. 487, € 45,00
Un libro frutto di una lunga gestazione, curato da Ala Botti Caselli ma con il contributo di sette diversi studiosi e musicisti, per altrettante ricognizioni e analisi nel mondo del pianoforte. Non poteva essere diversamente, vista la vastità e complessità della materia; ecco dunque un saggio che Edt ha scelto di pubblicare in collaborazione con la Società italiana di musicologia, con un taglio dalla prospettiva estremamente (e necessariamente) ampia, che attraversa e indaga aspetti storici, tecnici e costruttivi.
Un saggio pensato sia per chi del pianoforte vuole approfondire una serie di elementi, che per quanti al pianoforte hanno scelto di legare la propria professione. Il punto di partenza del libro ruota attorno alla storia dello strumento e alle sue trasformazioni in tempi e luoghi diversi (a cura di Giovanni Paolo di Stefano) seguendo con le vicende della didattica pianistica, le differenti scuole e i grandi maestri, l’immenso repertorio del pianista, i percorsi della storia interpretativa, la rivoluzione del pianoforte jazz e la fenomenologia del pianista in carriera.
E ancora, tra i vari spunti, Guido Salvetti con una storia sociale dello strumento; una storia della didattica pianistica affidata a Lorenzo Miucci e Maria Grazia Sità; e poi un saggio per ripercorrere la storia dell’interpretazione pianistica (Alfonso Alberti), fino al capitolo conclusivo – La professione del pianista nel nostro tempo – affidato alla penna di Emanuele Arciuli.
Edoardo Tomaselli
AFFETTI E TRIONFI, CONTESTI BIBLICI E MORALI, INVENZIONE NEI MOTTETTI DI ALESSANDRO STRADELLA
Renato Calza
Diastema, 2018, pagg. 191, € 18,00
Renato Calza ha licenziato uno studio dedicato ai Mottetti di Alessandro Stradella, la cui quasi totalità (diciassette su diciannove) è raccolta in tre manoscritti, non autografi, conservati presso la Biblioteca Estense di Modena. L’insieme si presenta come un aggregato molto differenziato nei temi e nell’espressione, nato da occasioni diverse e che esibisce originali soluzioni formali e poetiche. Quattordici Mottetti intonano testi latini che non sono tratti dalle Scritture, da Antifone o da Inni liturgici, bensì si dimostrano essere di libera invenzione. Lo stesso musicista è indicato come autore di quattro di essi.
Il libro si occupa di un argomento a cui non è stato ancora dedicato uno studio sistematico. Lo fa, in primo luogo, proprio esaminando le fonti, i contesti e lo stile dei testi musicati – in particolare quelli di libera invenzione – offrendo un’edizione emendata degli errori del copista secentesco e una testimonianza della prassi di compilazione di testi non liturgici in età barocca.
Attraverso il confronto con testi biblici, teologici e morali, della predicazione barocca e del repertorio mottettistico del ‘600 individua, inoltre, le consonanze e i tratti di originalità di queste composizioni letterarie, i loro caratteri poetici e retorici. Riferendo sul rapporto tra il testo e le scelte compositive di Stradella.
Massimo Rolando Zegna
A DONIZETTI BASTA UNA ZETA
Fulvio Stefano Lo Presti
Kolbe, 2018, pagg. 265, € 25,00
È la raccolta di alcuni articoli e testi pubblicati dall’autore in varie occasioni; con l’aggiunta di un lavoro sul Fortunato inganno (l’equivoco delle zeta una e due, che ancor oggi può capitare e addirittura fu propizia al nomignolo di Dozzinetti, è d’epoca, lamentandosene l’autore stesso). Ed è proprio quest’opera buffo-napoletana del 1823 ad aprire la serie, dimostrandosi già talmente matura e intelligentemente rossiniana da privilegiare molto l’assieme sull’assolo. Dodici pezzi? Solo quattro sono Arie, e un’Aria si permette qualcosa come cinque pertichini e il coro.
Poi Lo Presti sfata l’equivoco della presenza del maestro alla prima Norma di Bellini; cerca e trova le pazzie maschili (e perché solo Lucia? Il tenore di Maria Padilla se la cava bene anche lui); confronta due opere di Vincenzo con due di Gaetano “simili” per diverse e inoppugnabili ragioni.
Il settimo saggio riguarda Verdi che, quando musicò Les vêpres siciliennes di Eugène Scribe, lo sapeva: il libretto derivava da quello dato a Donizetti (anzi venduto) qualche lustro prima per quel Duc d’Albe che il povero bergamasco non completò mai; eppure più tardi, come risulta dall’epistolario (a Piroli da Genova il 16 gennaio 1882), finse di non saperlo. «Si finga, e l’ira [altrui] / più tardi scoppierà», potrebbe cantare un Nabucco in vena di Falstaff.
Piero Mioli
IL PROCESSO IN MUSICA NEL LOHENGRIN DI RICHARD WAGNER
Alberto Tedoldi
Pacini, 2017, pagg, 187, € 23,00
La bibliografia wagneriana si arricchisce di un singolare studio dell’avvocato e musicista Alberto Tedoldi. Professore nell’Università di Verona, ha spiegato il Lohengrin attraverso lo studio dell’antico diritto processuale germanico. Ciò che infatti accade nell’opera, con l’accusa contro Elsa da parte di Telramund, il re Enrico l’Uccellatore come giudice e l’eroe eponimo quale difensore e campione della donna, altro non è che un processo in musica, da Wagner messo in scena rispettando le usanze giuridiche di quella remota epoca medievale.
La ricerca sa rendere chiari elementi che, allo spettatore o allo studioso di cose musicali, possono apparire macchinosi. Invece, sempre tenendo di scorta la trama e i motivi conduttori, il libello ne aiuta la comprensione attraverso l’apporto delle conoscenze legali, come la sacralità del rito giudiziario e la sua funzione catartica in seno alla società, un tempo come oggi.
Muovendosi abilmente fra italiano, tedesco, latino giuridico e non di rado con ottime illuminazioni etimologiche sui tre fronti, l’autore giunge nel suo discorso a lambire pure la filosofia del diritto, con pagine ispirate dall’amore per la musica e per la compostezza, non sempre rispettata ai nostri tempi, della celebrazione processuale.
Giangiorgio Satragni
BERGAMO ALLA SCALA
Luigi Pilon
Centro Studi Valle Imagna, 2017, pagg. XII-458, s.i.p.
Diciotto personaggi tra ‘700 e ‘800: la punta di un iceberg. Non solo musicisti, ma anche cantanti, compositori, agenti artistici e impresari che testimoniano un’azione di irradiazione musicale orobica nel contesto lombardo: alla Scala innanzitutto. Un fenomeno che denota la capacità di confrontarsi con realtà “oltre confine”, provocando e ottenendo reciproco arricchimento.
Saggi Pop. Indagini sull’effimero essenziale alla vita e non solo
Claudio Sottocornola
Marna, 2018, pagg. 592, € 25.00
L’autore è ordinario di Filosofia e Storia a Bergamo, ma si occupa anche di musica. Il libro raccoglie i suoi scritti e le trascrizioni delle sue conferenze (e per la prima volta i disegni). Perno del suo pensiero è la consapevolezza della leggerezza della cultura pop, ma al tempo stesso la sua essenzialità nella vita delle persone. La musica leggera coinvolge le masse, ma non per questo la si deve considerare poco nobile e priva di interesse.
QUADERNETTO DI VIOLINO
Cesare Zanetti
Sinfonica, 2018, pagg. 16 + 1 cd, € 11,00
Cesare Zanetti, concertista e docente di violino al Conservatorio di Bergamo, forte di una prestigiosa carriera artistica e di una lunga attività didattica, pubblica questo Quadernetto; sarà sicuramente utile ed interessante per molti ragazzi alle prese con la difficile arte di suonare il violino. Un percorso sonatistico di cui potranno trarre vantaggio specialmente gli allievi del terzo-quarto anno di studio, seguendo dieci Divertimenti (composti ed eseguiti dallo stesso Zanetti e favoriti dall’ascolto di un cd allegato) in prima posizione, con appendice in seconda e terza. Anche la definizione di “Divertimenti” non è casuale; ognuno di essi intende coniugare una certa libertà e modernità musicale con la forma classica e la severa tecnica dell’arco.
Lo sottolinea lo stesso autore nella prefazione: «Questa raccolta è nata dalla necessità di un repertorio nuovo e gradevole. In primo luogo cerco di ovviare a una netta separazione fra esercizio tecnico e pezzo musicale. Ciascun Divertimento, col suo breve titolo, suggerisce un’immagine e risveglia la curiosità. Sò che è meglio far gustare la bellezza della scoperta di qualcosa di nuovo prima di enunciare, o far enunciare, la pur necessaria definizione categorizzante».
Esplicativi, in tal senso, i titoli dei dieci pezzi. Si va da Festa in spiaggia a Un film degli anni venti. Ogni brano è anticipato da specifiche e proficue annotazioni-suggerimenti al fine di una corretta esecuzione.
Antonio Brena