Lettere: "La musica è libertà"

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Per la rubrica delle Lettere al direttore, un giovane lettore ci scrive la sua concezione della musica. Per Filippo, è la manifestazione per eccellenza della libertà

Tra le lettere al direttore Santangelo, c’era anche quella di Filippo Antonelli, quattordicenne lettore di Amadeus. Riceve dalla sua insegnante di musica dell’Istituto “Imondi Romagnoli” di Fabriano, la professoressa Francesca Ruzzeddu, un saggio che racconta in circa 45.000 battute il rapporto tra musica e regimi totalitari.

Nell’impossibilità di poter ospitare l’intero scritto, molto dettagliato, che parla della musica nell’Urss di Šostakovič, nel Nazismo (con un ampio excursus su Wagner), nel Fascismo, esemplificata con un esauriente profilo di Arturo Toscanini, non ci resta che fare i nostri complimenti a Filippo Antonelli e alla sua insegnante e ospitare qui la breve ma illuminante introduzione. E se è tutta farina del suo sacco: chapeau!

Lettere al direttore: "La musica è libertà"

Il saggio mandato da Filippo

«La musica è, da sempre, la manifestazione per eccellenza della libertà. La più palese esternazione dei propri sentimenti, delle proprie emozioni. Nei secoli dei secoli, attraversando paesi e tradizioni differenti ha sempre rappresento un veicolo di messaggi culturali.

La cultura sveglia il popolo, ridesta le menti delle persone, assopite a causa dell’omologazione mentale e ideologica che impongono queste forme di governo. Il sapere ci permette di pensare con la nostra testa, di distinguere ciò che è corretto da ciò che non lo è, di possedere una mente critica in grado di giudicare e sostenere un’opinione con cognizione di causa.

La libertà è ciò che distruggerebbe qualsivoglia regime; il potere ha in mano tutta la nazione e, per poter attuare i suoi piani, necessita che essa sia totalmente accondiscendente e completamente suggestionata dall’“ipnotismo” esercitato dai dittatori.

La libertà è tutto il contrario: è il diritto di fare e soprattutto di pensare tutto ciò che si desidera. Se cultura più libertà era uguale a musica, quest’ultima era forse ancora più temuta delle altre due e si doveva rimediare a tal difficoltà o eliminandola o, in maniera ancora più subdola, piegandola a proprio piacimento».

Filippo Antonelli

(14 anni, III media, Istituto Comprensivo Imondi Romagnoli, Fabriano)

I nuovi Dei e il nostro futuro

Egregio Direttore,

mi rendo conto che non è possibile accontentare tutti. Non lo era neppu­re quando Amadeus poteva permet­tersi di omaggiare spesso i propri let­tori con un doppio cd, e non solo con gli speciali. Oggi tutto questo appar­tiene al passato. Nonostante tutto, continuo ad apprezzare la rivista e gli sforzi che indubbiamente state com­piendo per tenerla a un livello che spero sia apprezzato (ma di questo non dubito) anche da altri lettori.

Il cd è sempre ad alti livelli sia per la qua­lità artistica che tecnica. I capolavori e i nomi di artisti di fama mondiale si alternano a giovani promesse, in linea con la tradizione del giornale.

Ma detto questo, sorge spontanea una domanda. Visto che la carta stampata è in crisi, soprat­tutto per quanto riguarda i periodici; che i cd sembra stiano vivendo un periodo non proprio favorevole, e non solo per la crisi economica, ma per un’altra e ben più seria difficoltà, quella del sistema di riproduzione del suono messo sotto scacco dalle più sofisticate e comode versioni digitali da riprodurre per mezzo di “chiavet­te” o altre memorie; visto tutto ciò, cosa dobbiamo aspettarci secondo lei per il prossimo futuro?

Il futuro, secondo me

Potremo an­cora recarci in edicola ad acquistare il nostro mensile. Potremo poi correre a casa e sfogliarlo con calma e ascoltare il cd che finora non mi ha mai deluso. Semmai incurio­sito; al punto che alla fine dell’ascolto mi restava il desiderio di riascoltarlo; o, più frequentemente, di scoprire cosa altro aveva scritto quel com­positore sconosciuto, che Amadeus aveva avuto il coraggio di riesumare. Ma anche mi accorgevo che di qual­che compositore sia pure notissimo ti mancavano alcuni capolavori che per pigrizia degli artisti più gettonati erano trascurati se non ignorati.

È inutile che mi metta a fare l’elenco di quanto Amadeus ci ha segnalato nelle recensioni e nei suoi cd. Lo ha fatto recentemente un lettore che ha ricordato molto bene i vostri/nostri cavalli di battaglia. Ecco con un pizzico di nostalgia ma con tanta gratitudine mi sono permesso di scriverle per ribadire la mia fiducia; e per rinnovare il ringraziamento per tutti questi anni trascorsi insieme alla scoperta della grande musica.

Con affetto e stima. M.H.

(lettera firmata ma con la raccoman­dazione di citare solo le iniziali)

La risposta del Direttore alle lettere

Caro Lettore,

non credo di poterle dare una ri­sposta a questa e simili lettere. Il futuro, come dicevano gli antichi, è nel grembo degli Dei; ma i loro dei non conoscevano la rete e tutte le conseguenze che questo rivoluzionario sistema di diffusione delle notizie e delle idee comporta. Ora che il potere è in mano alle mo­derne divinità che decidono con la rete i nostri destini (si chiamino Sal­vini, Di Maio, Grillo o Trump); ora che anche il download sembra destina­to a essere superato, abbiamo una sola speranza e ci viene dal nostro giovane lettore di cui ho ospitato l’introduzione a una sua ricerca sulla musica nei re­gimi totalitari.

In questo scritto, un peana alla liber­tà vista da un quattordicenne, c’è il suo futuro. Il mio invece appartiene agli anni che egli si è impegnato ad analizzare. Solo che mentre lo vive­vamo noi lo ignoravamo e sono feli­ce di averlo scoperto in parte anche grazie ad Amadeus.

Gaetano Santangelo

Inviate le vostre lettere al direttore scrivendo a: g.santangelo@belviveremedia.com

facebook.com/Amadeus.Rivista

twitter.com/AmadeusOnlineIT

Il regista all’opera
Claude Debussy, ascoltando La Soirée dans Grenade

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