Le gare generose: Paisiello incontra Keith Haring

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Si può mettere in scena un’opera del Settecento in chiave moderna senza correre il rischio di snaturane l’identità musicale? Certamente si, purché nella realizzazione si mettano in campo idee originali, che alla polvere d’antico  sostituiscano elementi di novità capaci di rinvigorire attenzione e interesse, soprattutto nelle nuove generazioni.

Dare contemporaneità al teatro musicale dunque si può; nei recenti festival estivi di esempi ce ne sono stati diversi, a dimostrazione che questa è una strada percorribile. Ci ha provato, e con successo, anche il Giovanni Paisiello Festival con due allestimenti originali e divertenti: Le gare generose, opera inedita del compositore tarantino al quale è dedicata la rassegna, e La cambiale di matrimonio di Gioachino Rossini nel 150° anniversario della morte, entrambe rappresentate a Taranto nella bella cornice del Chiostro di Sant’Antonio. La prima è una produzione del festival, il cui intento è la rivalutazione e la diffusione dell’arte musicale di Paisiello; la seconda è una produzione del Conservatorio di Musica “Niccolò Piccinni” di Bari realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti del capoluogo pugliese. Non era mai successo che il Giovanni Paisiello Festival ospitasse un titolo estraneo al repertorio paisielliano. Tuttavia, la scelta si è rivelata un confronto assai propizio sul terreno del teatro buffo del quale entrambe i titoli sono espressione pregevole.

 Le gare generose  è un nuovo importante recupero che valorizza ulteriormente il percorso culturale fin qui compiuto dal festival promosso dagli Amici della Musica “Arcangelo Speranza”, con la direzione artistica di Lorenzo Mattei. L’opera è una commedia per musica in due atti su libretto di Giuseppe Palomba, composta nel 1786 per il Teatro dei Fiorentini; il festival ha proposto in prima assoluta la versione rappresentata al medesimo teatro nel 1800,  in un allestimento vivace, divertente, e anche  pop. La vicenda ambientata a Boston è caratterizzata da un’agile alternanza fra il ridanciano e il serio che e conferisce all’azione una gradevole alternanza di contrasti.

Protagonista è la giovane Gelinda, in fuga in America col suo sposo Bastiano, sotto falsa identità per sfuggire alle persecuzioni del suo tutore. Durante la traversata la nave è assalita dai pirati e la giovane perde i suoi averi. All’arrivo in America i due sposi, creduti pirati, vengono condannati a schiavitù e messi a servizio in casa di Mister Dull il quale ha una figlia, Miss Nab, e una nipote, Meri. Su Gelinda e Bastiano si insinuano i sospetti di Don Berlicco che tenta di smascherarli; Tra gelosie e ammiccamenti l’azione è agita con gradevole verve, intanto, l’arrivo di alcuni documenti scioglierà le riserve sui due sposi che riacquisteranno libertà e dignità, e nell’esultanza generale il lieto fine è assicurato.

La regia di Isa Traversi (firma anche scene e costumi) ha risolto scenicamente il gioco dei contrasti accostando la vivacità dell’azione all’esuberante vitalità e alle fantasie cromatiche della Pop Art. Una combinazioni di immagini celebri faceva da sfondo alle scene sulle quali, scrutante, spiccava un’icona pop di Paisiello, ammirata, quasi venerata dai personaggi durante la divertente messa in scena. L’originale ambientazione non ha affatto impedito alla narrazione musicale di fluire coinvolgente, tesa a dar vigore alle peculiarità formali ed espressive del gesto compositivo dell’autore, che la puntuale direzione di Giovanni Di Stefano ha messo bene in luce. Alla testa dell’Orchestra del Giovanni Paisiello Festival, Di Stefano ha realizzato una esecuzione in perfetto equilibrio fra l’orchestra e l’apprezzabile compagine vocale che ha dato vita ai personaggi.

Su tutti si sono distinti Marianna Mappa nel ruolo di Gelinda, personaggio al quale Paisiello affida due arie di notevole eleganza melodica, risolte dal giovane soprano con voce agile e un vibrato lieve, denso sfumature; al suo fianco Bruno Taddia è stato un Bastiano dal carattere assolutamente appropriato a un basso buffo napoletano. Apprezzabile per presenza scenica e qualità vocali anche la prova di Stefano Marchisio (Mister Dull), Manuel Amati (Don Berlicco), Giulia Mattiello (Miss Meri) e Maria Luisa Casali (Miss Nab), meritevoli di aver interpretato con gusto e abilità ogni momento della briosa vicenda. Nel clima di generale soddisfazione, lunghi e meritati applausi per tutti.

Il Giovanni Paisiello Festival si è concluso con la messa in scena della farsa giocosa La cambiale di matrimonio di Gioachino Rossini, prima opera buffa composta dal pesarese nel 1810, su libretto di Gaetano Rossi, per il Teatro di San Moisè di Venezia. Dopo due applaudite rappresentazioni a Bari, nell’auditorium “Nino Rota” del Conservatorio “Niccolò Piccinni”, l’opera è stata accolta con successo anche a Taranto. Per l’allestimento della farsa rossiniana sono scesi in campo giovani e talentuosi studenti del Dipartimento di Canto e Teatro musicale del Conservatorio Piccinni, per il cast vocale, e dei corsi di Scenotecnica e Costume per lo spettacolo dell’Accademia di Belle Arti di Bari che hanno disegnato le scene e i costumi.

Anche in questo caso l’aver dato all’opera un tocco di contemporaneità è stata una scelta ben riuscita; musica e azione hanno camminato in perfetta sintonia. Ruolo importante nell’esecuzione lo ha avuto la direzione magistrale di Giovanni Pelliccia che ha guidato con rigore i giovani cantanti e l’Orchestra del Conservatorio “Niccolò Piccinni” cesellando ogni dettaglio timbrico ed espressivo della partitura rossiniana che, per quanto giovanile, rivela già peculiarità evidenti nelle opere della maturità del pesarese. Oltre alla pregevole resa musicale, l’allestimento si è rivelato sorprendente anche per la sfavillante regia di Domenico Colaianni che ha colto appieno il senso giocoso dell’azione drammaturgica creando soluzioni sceniche di sicuro effetto burlesco e un clima carico di humour che i giovani cantanti hanno risolto con un’ottima caratterizzazione scenica.

Nei diversi ruoli la compagine vocale ha altresì sfoderato qualità vocali apprezzabili, benché padronanza di emissione e di fraseggio siano ancora da affinare ma, come s’è detto, sono studenti e intanto hanno superato con merito l’impegnativo banco di prova offerto loro dalla produzione dell’allestimento e dal festival paisielliano. Francesco Masilla ha reso molto bene il ruolo di Tobia Mill; buona la prova anche di Cao Peiyun e Angelo Congedo nei ruoli di Slook e Norton. Insieme a Donatella De Luca, convincente nella veste di Fannì, si sono distinti Luigi Antonio De Lorenz (Edoardo Milfort) e Erika Mezzina (Clarina). Completavano il cast Giampiero Delle Grazie, Francesca Ganci, Carmine Giordano, Giuseppe Lucente.

Se Le gare generose è stata affidata ad interpreti giovani, ma professionisti già in carriera, l’esecuzione de La cambiale di matrimonio ha offerto un’occasione ghiotta a giovani che stanno per avviarsi alla carriera e di misurarsi in un contesto importante qual è un evento di livello. E per giovani artisti questo è un’attenzione di notevole valore.

Immagini Ph. Carmine La Fratta

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