Decide di puntare su Spotify e playlist “situazionali” l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, con l’obiettivo di accompagnare gli ascoltatori in ogni istante della quotidianità, inclusi i momenti più “surreali” della routine imposta dalla quarantena. Così, a fianco di selezioni musicali dedicate al weekend o ai bambini, spuntano anche le playlist dello smart working, dello studio e persino della coda al supermercato. Verrebbe quasi da domandarsi se l’intenzione sia il puro intrattenimento o piuttosto la saturazione dell’assordante silenzio che circonda le nostre esistenze… Ad ogni modo, in attesa di poter tornare presto a celebrare il rito laico del concerto dal vivo, ecco le iniziative messe in campo dall’orchestra milanese.
Per gli studenti, ma anche gli studiosi, è stata pensata la playlist Musica per lo Studio, con un’ampia selezione per conciliare ascolto e apprendimento: si passa dalla Prima Sonata per violoncello e pianoforte di Beethoven al Concerto per violino di Hindemith, La Mer di Debussy, fino a Rendering di Berio. Gli esperti assicurano che per rilassare la mente, ma al contempo mantenere le sinapsi attive sui libri, risultino particolarmente adatti proprio i brani classici, preferibilmente privi di testo e soprattutto non compresi tra lehits dell’ascoltatore – pena esponenziali impennate del coefficiente di distrazione…
Similmente, anche lo Smart Working può trovare un ricco background: meglio le sfolgoranti Quattro Stagioni di Vivaldi, il melanconico Chiaro di luna beethoveniano, l’immaginifica Ouverture del Sogno di una Notte di mezza estate o l’ultima, “londinese” Sinfonia haydniana? Ai telelavoratori l’ardua sentenza.
Mentre i genitori lavorano, c’è anche uno spazio per i più piccoli, dal titolo di debussiana memoria: Kids Classical Corner, che accoglie alcuni delle più celebri colonne sonore di John Williams (da Harry Potter and The Sorcerer’s Stone a Star Wars), insieme a Il carnevale degli animali, i Quadri di un’esposizione, la Rapsodia in blue, lo Schiaccianoci… e poi ancora Korngold, Fauré, Debussy e molti altri.
Non mancano nemmeno i suggerimenti per l’Home Fitness: qui si spazia da Porgy and Bess e West Side Stories a Didoes and Aeneas, passando per Mozart (Ouverture delle Nozze di Figaro) e Beethoven (Quarto Concerto per pianoforte e orchestra e Quarta Sinfonia) … l’allenamento trascorre con leggerezza, basta non prendere alla lettera tutti i metronomi!
Infine, è stata coniata anche la Waiting Suite, circa cinque ore di musica come antidoto per sopravvivere atarassicamente alle più interminabili code per l’accesso al supermercato (ma anche: in farmacia, in libreria, dal tabaccaio). Pro tempore “degradati” a musica d’attesa risultano il Quintetto in mi bemolle di Robert Schumann, la Prima Sonata per violino e basso continuo di Bach, Miroirs di Ravel, le Danze Sinfoniche di Rachmaninov, e altro ancora – con buona pace di Arcangelo Corelli, Miles Davis, John Adams e Hans Zimmer. D’altronde, la «musica da ascensore», come altrove la definisce Barenboim, è cattiva consuetudine cui siamo da tempo, e nostro malgrado, avvezzi: perciò, perché non sottrarsi a una presenza cacofonica – quella che spesso è imposta dai grandi magazzini – per perdersi invece in un piacevole ascolto consapevolmente scelto?
Come ricorda Ruben Jais, Direttore generale e artistico dell’Orchestra, «avere da sempre ritenuto che il nostro compito non si limiti a proporre concerti di alta qualità ma sia un vero servizio sociale ci ha indotto a trovare nuovi modi per rimanere in contatto con il nostro pubblico sin dall’inizio della crisi». E il successo di pubblico riscontrato, su Spotify come su Instagram, Youtube e Facebook, dove pure prosegue lo streaming di concerti, può essere certo motivo di soddisfazione per la Fondazione.
Silvia Del Zoppo