Laura Polverelli: “nel canto cerco la verità dei sentimenti”

in News
  1. Home
  2. News
  3. Laura Polverelli: “nel canto cerco la verità dei sentimenti”

Laura Polverelli interpreta stasera il ruolo di Orfeo, a Padova, nell’Orfeo ed Euridice di Gluck. Qui il suo racconto rispetto alle difficoltà di un ruolo sì importante.

A quanto pare è destino di ogni mezzosoprano interpretare ruoli maschili ed io l’ho fatto tante volte nella mia carriera. Ma cantare il ruolo di Orfeo non è solo dare voce ad un uomo, Orfeo è al di fuori di ogni etichetta di genere.

In questa “Azione teatrale per musica” Gluck e Calzabigi hanno mirato a mettere in scena le passioni umane nella molteplicità delle loro sfaccettature. Protagonista assoluta per me è la mancanza, l’angoscia della perdita della persona amata.

Quindi la difficoltà sta nel sapere interpretare un essere umano che inizia un percorso psicologico complesso e tortuoso, che va dalla realizzazione della morte, passa dalla disperazione, all’ira contro il destino o qualcosa di soprannaturale, dall’angoscia fino alla speranza e al superamento del lutto, fino a capire che talora il dolore può essere utile per crescere e migliorarsi.

Alla fine di una prova o di una recita sono stremata. Interpretare il ruolo di Orfeo è molto faticoso, non tanto per le difficoltà tecniche del canto ma per lo scavo psicologico, la concentrazione e la memoria che serve nei lunghi recitativi, la necessità di dare un vero significato e di sentirlo dentro di me ad ogni singola parola.

Non c’è posto per bravure vocali o virtuosismi, Gluck con la sua riforma non ce lo permette. Servono mille colori e intenzioni per esprimere questo dolore che è a volte intimo, a volte urlato.

Il musico ed eroe Orfeo fu scritto per il castrato Guadagni, una voce senza sesso, capace di commuovere ed affascinare uomini, animali, mostri e dei. Questa tessitura contraltile é per me molto grave, essendo un Mezzosoprano, quindi la prima regola è non forzare mai la voce e mantenere una line morbida di canto e di emissione.

Non c’è niente di più facile ed allo stesso tempo più difficile del cantare bene la famosissima Aria “Che farò senza Euridice”. La semplicità deve commuovere il pubblico e non può venirmi in aiuto nessuna spettacolarità virtuosistica, nessun acuto, nessun effetto. Solo la verità dei sentimenti.

Laura Polverelli

Info qui

Raffaella Lupinacci apre la stagione lirica di Trapani
Vittorio Prato debutta nel Matrimonio segreto firmato da Pizzi

Potrebbe interessarti anche

Menu