Antonio Pappano in questi giorni ha diretto l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia in uno dei capolavori sinfonici di Gustav Mahler, la Sinfonia n. 6 “Tragica”.
Composta durante le estati tra il 1903 e il 1904 la Sesta deve il sottotitolo all’autore stesso, che considerava il finale della sinfonia come profetico degli avvenimenti che sconvolsero la sua vita. Una sinfonia inizialmente quasi di carattere personale, che tratteggia uno spaccato di vita familiare – con un tema nel primo movimento dedicato all’amata Alma e ai giochi spensierati delle bambine nella quiete estiva – ma anche profetica di tragici avvenimenti futuri come la perdita della figlia primogenita e riflessione sulla caducità della condizione umana. Una composizione maestosa, con riferimenti extramusicali esaltati da un’orchestrazione ricca di novità timbriche.
In abbinamento alla Sesta di Mahler Pappano ha diretto la prima esecuzione romana di Alle vittime senza nome del compositore ungherese Peter Eötvös, una commissione che vede unite quattro prestigiose istituzioni italiane – Accademia Nazionale di Santa Ccilia, Filarmonica della Scala, Orchestra Sinfonica nazionale della RAI e Maggio Musicale Fiorentino – che lo stesso Eötvös definisce “un omaggio ai rifugiati stranieri che hanno perso la vita nel Mediterraeno sognando un mondo migliore”.
Vi proponiamo qui un video in cui Pappano racconta i segreti di queste partiture.