La “novella robotica” di Roberto Prosseda per il Triennale Decameron

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Qualche secolo addietro, sette donne e tre uomini, per sfuggire alla peste nera che affliggeva Firenze, decisero di rifugiarsi «sopra una piccola montagnetta […] in sul colmo della quale era un palagio […] con logge e con sale e con camere, tutte ciascuna verso di sé bellissima e di liete dipinture ragguardevole e ornata». Come nel celebre capolavoro di Giovanni Boccaccio, in questi tempi di emergenza sanitaria la Triennale di Milano diviene luogo di incontro di una «lieta brigata» riunita per sviluppare una propria personale narrazione della bellezza, in tutte le sue differenti forme: un luogo del pensiero, per non sentirsi isolati nell’isolamento imposto dal lockdown. 

Prosegue con successo il format Decameron, una serie di appuntamenti in streaming in cui artisti, designer, architetti, intellettuali, musicisti, cantanti, scrittori, registi e giornalisti “abitano” gli spazi della Triennale, «ragionando dilettevoli cose» per spronare il pubblico a maturare un “set mentale” più consapevole per affrontare il futuro. Ogni giorno alle 17.00, fino al 30 aprile, verrà trasmessa in diretta una nuova “novella” sul canale Instagram della Triennale. Fra i numerosi ospiti in collegamento, Michele De Lucchi, Cino Zucchi, Emanuele Coccia e Giulia Innocenzi. Oggi, 23 aprile, è la volta del pianista Roberto Prosseda, virtuoso acclamato in tutto il mondo e l’unico a tenere concerti con il piano-pédalier, obliato strumento ibrido dalla tecnica impervia e sofisticata che lega la sua migliore letteratura ai nomi gloriosi di Schumann, Franck, Massenet, Alkan, Saint-Saëns e Gounod – l’organaro Pinchi di Foligno ha costruito appositamente per Prosseda una particolare pedaliera di 5 ottave, abbinabile a due pianoforti, per ottenere così con facilità un piano-pédalier in qualsiasi sala da concerto dotata di due pianoforti a coda. Nella puntata di oggi, l’eclettico pianista di Latina discuterà con il filosofo Leonardo Caffo della relazione fra musica e intelligenza artificiale, a partire da un format stravagante e innovativo. Grande attenzione mediatica ha infatti suscitato alcuni anni fa l’idea di Prosseda di coinvolgere un robot come dialettico interlocutore nelle sue lezioni-concerto. Progettato da Matteo Suzzi e realizzato dalla Start-Up TeoTronica di Imola, TeoTronico è un robot dotato di 53 dita in grado di riprodurre qualsiasi file Midi su un normale pianoforte acustico; dunque, di replicare esattamente le interpretazioni di grandi pianisti, mediante il vecchio sistema di riproduzione tramite rulli di pianola. È la solita storia dell’uomo contro la macchina… o qualcosa di più? 

Info: triennale.org

Attilio Cantore

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