Il soundpainting: una tecnica di composizione in tempo reale

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Potrebbe sembrare il nome di una corrente di pittura avanguardista – e non è detto che a quel mondo non intenda ispirarsi davvero. Invece è una tecnica di direzione/composizione, elaborata dal compositore newyorkese Walter Thompson negli anni Settanta. Meglio ancora, il soundpainting si può considerare un linguaggio vero e proprio: esso annovera ad oggi almeno 1500 gesti-segnale, che vengono compiuti dal soundpainter (compositore e direttore, a un tempo) per indicare in tempo reale all’ensemble posto di fronte a lui il tipo di materiale sonoro da eseguire.

Il soundpainting nasce quindi come tecnica di composizione in tempo reale, con tutte le implicazioni che questo principio reca con sé: l’assoluta aleatorietà della performance è il postulato di una nuova concezione estetica, che attribuisce il primato non all’opera d’arte come testo in sé conchiuso bensì al processo d’improvvisazione istantanea che fa di ogni concerto un happening unico e irripetibile.

I caratteri d’improvvisazione, istantaneismo e aleatorietà fanno del soundpainting un linguaggio particolarmente adatto alla musica cinematografica: ne è prova il fatto che già nel 1925, dalle colonne del Reichsfilmblatt, il teorico e compositore Hans Erdmann si era spinto a suggerire qualcosa di simile per le musiche dei film muti.

A ben vedere, lo si potrebbe considerare come un trasferimento della logica dell’improvvisazione solistica – coincidenza di compositore ed esecutore, irripetibilità della performance, ideazione in tempo reale ecc. – sull’organico dell’orchestra. Come il più bravo dei pianisti accompagnatori sa rispecchiare all’istante nella sua musica il flusso narrativo delle immagini in movimento, così il soundpainter “interpreta” musicalmente il film in tempo reale e trasmette ai suoi muscoli – l’ensemble orchestrale – i segnali gestuali che questi dovranno tradurre in materia sonora.

Il compositore canadese Gabriel Thibaudeau, autore di una recente masterclass per il corso di “Composizione per la musica applicata alle immagini” del Conservatorio di Rovigo, ha dato straordinaria prova della corrispondenza elettiva tra i principi del soundpainting e l’ambito della musica cinematografica. Sotto la sua guida, gli allievi del Conservatorio si sono cimentati nell’esecuzione/improvvisazione di un commento sonoro al film d’animazione di Pat Sullivan Felix the Cat – Woos Whoopee (1928).

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