Ribelle e introspettivo, irrequieto e ironico, geniale e rivoluzionario: in altri termini, favoloso. Per il suo film del 2014, Mario Martone prende le mosse proprio da questa definizione, “Il giovane favoloso” per l’appunto, coniata dalla scrittrice Anna Maria Ortese e dà vita a un Giacomo Leopardi più moderno che mai.
Per raccontarlo, il regista scrive con Ippolita di Majo la sceneggiatura attingendo dagli scritti leopardiani, dalle poesie al patrimonio espistolare, senza trascurare i documenti di terzi. Emergere un protagonista, interpretato con un’intensità assoluta da Elio Germano, diviso tra l’introspezione più profonda e l’osservazione attenta, spesso tagliente, del mondo intorno: un ritratto tanto pieno di contrasti, vivido e fremente, completato dalla colonna sonora che, per forza di cose, non può limitarsi ad atmosfere didascaliche.
Fa così il suo ingresso Sascha Ring, altresì noto come Apparat. Proprio lui, dalla scena elettronica berlinese, passando per i club di tutto il mondo, non è nuovo alle sonorizzazioni di opere cinematografiche e teatrali. Con Martone, annienta la dimensione temporale del ritratto storico per portare in superficie l’universalità di Leopardi, uomo, poeta e rivoluzionario. Oltre a diverse composizioni originali, nella colonna sonora de “Il giovane favoloso” compaiono brani che traggono linfa vitale dal suo album “Krieg und Frieden”, rivisitati per il grande schermo, come “LightOn”. Questa traccia, rende indelebile una scena enigmatica: dopo il rifiuto della nobildonna Fanny Targioni Tozzetti, il poeta scappa disperato sulle rive dell’Arno e l’occhio cinematografico di Martone riprende la scena alle spalle, defilata, per poi innalzarsi e lasciare immerso il protagonista nella natura, la stessa che diventerà tematica, fondamentale e crudele, dell’opera leopardiana. Il contrappunto elettronico è essenziale e allo stesso tempo profondo, una dimensione ulteriore dell’io del protagonista e una guida per lo spettatore nel suo mondo, a lasciar trasparire la reciprocità del lavoro tra regista e compositore.
Inoltre, accanto alle musiche di Ring, sono presenti anche altri brani della tradizione classica, come quelli firmati da Gioacchino Rossini, appiglio alla dimensione storica e fattuale. Tra immagini e note, la figura di Leopardi abbandona l’iconografia scolastica per rinascere squisitamente contemporaneo: fiero libertario, sostenitore del pensiero indipendente, oppositore di pettegolezzi e inettitudine, un’anima inquieta in costante conflitto con una natura avversa. Un ribelle universale, che non è storico ma quanto mai presente.