I Wiener Philharmoniker alla Scala: storia, tradizione, disciplina e musica. Sul podio, Philippe Jordan

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Storia, tradizione, disciplina e musica. Sono questi gli elementi alla base del processo creativo alchemico che ha come risultato il perfetto fluido sonoro “made in” Wiener Philharmoniker. Sul palco del Piermarini lo scorso 20 giugno la compagine orchestrale austriaca ha sfoggiato la sua consueta livrea, quella per cui la riconosciamo come una delle più autorevoli voci del panorama internazionale in ambito sinfonico. Sul podio non Riccardo Chailly, come previsto, bensì Philippe Jordan, di origine svizzera, dal settembre 2020 direttore musicale della Staatsoper di Vienna. In programma un viaggio dal classicismo austriaco al tardoromanticismo tedesco con la Sinfonia n. 39 in Mi bemolle maggiore K 543 di Wolfgang Amadeus Mozart e Ein Heldenleben op. 40 di Richard Strauss. L’esecuzione di queste celebri pagine evidenzia, pur con ovvie differenze stilistiche, la proverbiale compattezza di un’orchestra che pare non risentire eccessivamente neppure dei limiti acustici di un “teatro all’italiana” non pensato certo per il repertorio sinfonico. L’amalgama timbrico, la perfetta definizione delle singole sezioni degli archi, di tale e tanta precisione nell’insieme da far apparire risultato di una cura spasmodica perfino i vibrati o i singoli tremoli, ma anche la qualità sonora di ottoni e legni, si confermano caratteristiche distintive del loro “far musica”. Un pensare e suonare insieme che affonda le sue radici certamente nel differente approccio all’arte di suoni che nella cultura musicale mitteleuropea matura fin dai primi anni di studio. Ma il discorso porterebbe lontano, torniamo quindi all’indimenticabile serata e al pubblico entusiasta che ha decretato il successo – in qualche misura annunciato – firmato Wiener Philharmoniker. Un successo che appare meritato, ancor più che per Mozart, per la lettura del capolavoro di Strauss densa di contrasti e la cui espressività ha attinto da una tavolozza di colori estremamente ricca. Ad infuocare ulteriormente gli animi il bis, un amato valzer di altro Strauss, Johann II, Künstlerleben op. 316. Da Vita d’eroe a Vita d’artista la musica cede la scena agli scroscianti applausi. © Riproduzione riservata.

Milano, Teatro alla Scala, 20 giugno 2023, i Wiener Philharmoniker diretti da Philippe Jordan.
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